L’Irlanda non riesce a mettere a frutto il tanto possesso, venendo costantemente respinta dagli inglesi. Finisce 18-7
La pressione fatta montare da Eddie Jones nel corso della settimana ha funzionato: a Twickenham, per quella che il tecnico ha definito “la partita più importante dell’anno”, si è presentata un’Inghilterra concentrata e iper-aggressiva, che non ha lasciato scampo a un’Irlanda alla quale niente è andato bene.
Eppure la squadra di Andy Farrell ha tenuto il possesso per gran parte dell’incontro, andando ad infrangersi contro una difesa durissima, spietata ed estremamente fisica degli inglesi, capaci di identificare il portatore del pallone avversario ed andarlo regolarmente a portare indietro con un placcaggio raddoppiato.
Le note statistiche raccontano in maniera eloquente il match: 246 placcaggi dell’Inghilterra, con 9 errori, contro gli appena 73 dell’Irlanda, che ha avuto il 61% di possesso e ha caricato 146 volte con il pallone in mano, 83 in più degli avversari.
Difficile per Ross Byrne, alla prova del fuoco da numero 10, giocare con un pallone non avanzante. Se a questo si aggiunge anche l’annichilimento della rimessa laterale irlandese nelle prime fasi dell’incontro, ecco che il quadro del fallimento irlandese è completo.
A sancirlo ci ha pensato un Jonny May in formato maxi: l’ala inglese ha prima battuto Hugo Keenan in ricezione aerea per segnare la prima meta alla prima visita dei 22 avversari, poi, poco dopo, ha incantato con un’azione personale degna di essere raccontata.
Su un pallone perso in avanti nei 22 offensivi dall’Irlanda, i padroni di casa hanno spostato il pallone all’esterno. Trovandosi in parità numerica, May ha battuto il diretto avversario aggirandolo con un elegante stop and go. In campo aperto ha calciato lungo per sé stesso dando prova di tutta la sua pura velocità. Ha così battuto il ritorno degli avversari, ha controllato ancora al piede per allungare l’ovale fino in area di meta ed ha segnato il provvisorio 12-0.
Se ci fosse stato un pubblico, sarebbe stato in piedi in delirio.
Nella ripresa l’Inghilterra ha arrotondato il punteggio con due calci di Owen Farrell, sfruttando le poche occasioni offensive avute. L’Irlanda ha dominato possesso e territorio, l’Inghilterra la partita, lasciando gli avversari distrutti nel fisico, nel morale e nel risultato sul tabellone. Magra consolazione la meta finale di Jacob Stockdale.
Inghilterra: 15 Elliot Daly, 14 Jonathan Joseph, 13 Ollie Lawrence, 12 Henry Slade, 11 Jonny May, 10 Owen Farrell (c), 9 Ben Youngs, 8 Billy Vunipola, 7 Sam Underhill, 6 Tom Curry, 5 Joe Launchbury, 4 Maro Itoje, 3 Kyle Sinckler, 2 Jamie George, 1 Mako Vunipola
A disposizione: 16 Tom Dunn, 17 Ellis Genge, 18 Will Stuart, 19 Jonny Hill, 20 Ben Earl, 21 Dan Robson, 22 George Ford, 23 Max Malins
Marcatori Inghilterra
Mete: May (17, 20)
Trasformazioni: Farrell (20)
Calci di punizione: Farrell (46, 51)
Irlanda: 15 Hugo Keenan, 14 Keith Earls, 13 Chris Farrell, 12 Bundee Aki, 11 James Lowe, 10 Ross Byrne, 9 Jamison Gibson-Park, 8 Caelan Doris, 7 Peter O’Mahony, 6 CJ Stander, 5 James Ryan (C), 4 Quinn Roux, 3 Andrew Porter, 2 Ronan Kelleher, 1 Cian Healy
A disposizione: 16 Rob Herring, 17 Ed Byrne, 18 Finlay Bealham, 19 Iain Henderson, 20 Will Connors, 21 Conor Murray, 22 Billy Burns, 23 Jacob Stockdale
Marcatori Irlanda
Mete: Stockdale (77)
Trasformazioni: Burns (77)
Calci di punizione:
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