Il tallonatore racconta il suo percorso per tornare a vestire la maglia della nazionale
Prima la convocazione, poi la selezione nei ventitre in lista-gara e infine il “nuovo ingresso” in campo. Leonardo Ghiraldini (105 caps con l’Italia, incluso l’ultimo di un paio di settime fa contro la Scozia) racconta ai canali social della FIR il suo ritorno in azzurro.
“Venti mesi sono stati molto lunghi – racconta l’avanti riavvolgendo il nastro della memoria sino al momento del crack del ginocchio capitatogli purtroppo nel match contro la Francia al Sei Nazioni 2019 – sono successe un sacco di cose: il giorno stesso dell’infortunio ho pensato che sarebbe stato davvero difficile tornare in campo, ma dal giorno dopo mi sono lasciato da parte ogni pensiero mettendomi in testa di recuperare per il Mondiale”.
“Quello che è successo in Giappone con il tifone, mi ha fatto pensare, oltre ai sacrifici fatti con la mia famiglia, che forse doveva sarebbe finita così. Da lì però sono ripartito allenandomi per tornare in campo, ma anche in questa occasione c’è stato un stop che mi ha impedito di tornare in campo con la mia nuova squadra: ed ecco un altro momento difficile”.
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“Nella mia carriera ho sempre cercato un equilibrio che non mi esaltasse troppo nei momenti positivi e non mi buttasse giù nei momenti negativi: non sono solo, ho la mia famiglia che mi ha accompagnato in questi anni.
Ho sempre pensato che quello che posso controllare è nelle mie mani, e lo devo fare al meglio; il resto, invece, per quanto difficile da accettare, bisogna conviverci”.
“Ho voluto farmi trovare pronto fisicamente: al massimo se non fossi rientrato in campo – afferma Leonardo Ghiraldini – avrei potuti dire di aver dato tutto, quello per è stato un punto importante. Ovviamente non è stato semplice: ho avuto momenti di difficoltà, nei quali era difficile trovare la motivazione per alzarsi presto e andare ad allenarsi da soli, ma questo era quello che mi spingeva dentro. Avevo questo fuoco, questa voglia di poter dimostrare di tornare a giocare ad alto livello”.
“La mia preoccupazione più grande era quella di non tornare tanto per farlo: non avrei accettato un rientro in condizioni ottimali. Sarei stato e sono il primo a dire che se oggi non ce la faccio, alzo la mano.
Sono felice di essere tornato e di rivivere quelle sensazioni della partita, nonostante questo sia un periodo particolare, ma allo stesso tempo credo che siamo fortunati a poter scendere in campo in questo particolare momento storico”.
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? @LeoGhira è tornato: il debutto in campo a 20 mesi dall’infortunio, subito a marzo 2019
? ‘Ho sempre pensato che quello che posso controllare è nelle mie mani, e lo devo fare al meglio; il resto, invece, per quanto difficile da accettare, bisogna conviverci’#insieme pic.twitter.com/mF7YOdS7bv
— Italrugby (@Federugby) November 24, 2020
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