Eddie Jones evoca la ferita della coppa del mondo per tenere pronti i suoi: l’attitudine la chiave di volta dell’incontro
Non è successo spesso nel corso dell’ultimo lustro che Inghilterra e Galles andassero incontro a una gara che le vede partire con un così evidente gap a tutti i livelli.
Solo un anno fa, il Galles si fermava in semifinale di Rugby World Cup contro quelli che sarebbero stati poi i campioni, dopo aver toccato il cielo con un dito un mese prima, conquistando per la prima volta nella storia il primato del ranking mondiale.
La fine dell’era Gatland ha portato un rinnovamento finora caotico, sfortunato e traballante. Il nuovo sistema di gioco proposto da Wayne Pivac fatica a ingranare: la squadra lo esegue in maniera scolastica, non sembra essere ancora entrata in maniera convinta in sintonia con le idee dello staff tecnico.
La rosa ha subito una inevitabile evoluzione, ma deve fare i conti con un parziale ricambio generazionale, ma soprattutto con una quantità di assenze che fiaccherebbero qualsiasi squadra. Basti pensare al numero di terze linee ferme ai box: quel reparto dove il Galles veniva invidiato da tutto il mondo per la sua profondità di scelte, oggi deve fare a meno di Justin Tipuric, Josh Navidi, Ellis Jenkins, Ross Moriarty, Thomas Young, Ollie Griffiths, Taine Basham, Josh MacLeod.
Una parte dei giocatori sta chiaramente faticando a ritrovare la forma migliore. Liam Williams e Jonathan Davies vengono da due infortuni pesanti ed è normale pensare che non possano essere al loro meglio, mentre il fratello minore di Foxy, James Davies, è lontano dall’essere quel cane pazzo pronto a fare fuoco e fiamme che era un paio d’anni fa.
Di fronte a questo scenario, l’impressionante Inghilterra di Eddie Jones, che ha sbadigliato annoiata nel confronto con la Georgia e ha poi tirato fuori una prestazione a suo modo storica contro l’Irlanda, sembra agli occhi di tutti avere il risultato già in tasca nello scontro che opporrà le due squadre sabato.
Il tecnico australiano, però, non è sereno. Lo lasciano intuire due cose: in primo luogo la scelta di una formazione esperta del primo minuto, con l’avvicendamento fra Ollie Lawrence e George Ford che ha più ragioni di pressione psicologica che tecniche, e di una panchina spaventosa per la cilindrata in grado di esprimere, con 6 avanti pronti a mettere a soqquadro qualsiasi situazione; in secondo luogo le affermazioni alla stampa, perché quando Eddie Jones sposta un importante ammontare di pressione su una partita è perché vuole accendere le teste dei suoi.
E stavolta il coach ha tirato fuori l’asso dalla manica per girare l’interruttore: “Siamo pieni di problemi. Risolviamo problemi quotidianamente. Non siamo come una fuoriserie che gira facendo rombare il motore in autostrada. Stiamo continuamente aggiustando delle cose.”
“Ci sono state cose ieri in allenamento che dobbiamo rifinire. Ci sono questioni tecniche, ma le questioni tecniche sono sempre circondate da questioni di attitudine. Le abbiamo sempre avute.”
“E’ come quando vai dalla semifinale di coppa del mondo dove tutti ti dicono che siete fantastici, ma non siete fantastici affatto, come abbiamo poi scoperto in finale. Stiamo cercando questo approccio alla partita: sappiamo di non essere fantastici, sappiamo di dover migliorare.”
La grande ferita: la finale di Rugby World Cup. Quell’occasione in cui la profezia di Rassie Erasmus, svelata a noi spettatori a posteriori dal documentario Chasing the Sun, si avvera e diventa palese agli occhi di tutti.
“L’Inghilterra esce dalla partita” disse Erasmus, ed ecco cosa teme Jones. Un’Inghilterra tronfia, certa della propria naturale superiorità, che si trovi improvvisamente a giocare una partita che aveva previsto di vincere senza sporcarsi troppo le mani. E’ questo il tema principale di un incontro dove, se tutte e due le squadre mettono in campo il massimo del loro potenziale, potrebbe rivelarsi a senso unico, e in maniera pesante.
Un avvertimento che arriva diretto anche ai tre playmakers che ha schierato in mezzo al campo: “Quei tre non giocheranno in abito da sera. I playmakers non giocano in abito da sera, la parola playmaker suggerisce che facciano giocate. Devono correre, calciare, placcare.”
“Il Galles è stato tutta la settimana ad ascoltare la gente parlare dell’Inghilterra e della sfida. Sono stati pungolati e gli hanno detto che il loro coach è sotto pressione. Ci sarà un sacco di forza di volontà e di fame da parte loro. E’ una squadra forte che non possiamo sottovalutare.”
La contesa si apre alle 17:00, sotto la direzione di Romain Poite. Cornice della partita sarà ancora il Parc y Scarlets di Llanelli, uno stadio dove le condizioni atmosferiche giocano una parte importante, vista la sua esposizione al vento. Le previsioni non sono particolarmente confortanti in tal senso, anche se non dovrebbe piovere. La diretta della partita sarà in streaming su SportMediaset.it
Le formazioni di Galles-Inghilterra di Autumn Nations Cup
Galles: 15 Leigh Halfpenny, 14 Louis Rees-Zammit, 13 Nick Tompkins, 12 Johnny Williams, 11 Josh Adams, 10 Dan Biggar, 9 Lloyd Williams, 8 Taulupe Faletau, 7 James Botham, 6 Shane Lewis-Hughes, 5 Alun Wyn Jones (c), 4 Jake Ball, 3 Samson Lee, 2 Ryan Elias, 1 Wyn Jones
A disposizione: 16 Elliot Dee, 17 Rhys Carre, 18 Tomas Francis, 19 Will Rowlands, 20 Aaron Wainwright, 21 Rhys Webb, 22 Callum Sheedy, 23 Owen Watkin
Inghilterra: 15 Elliot Daly, 14 Jonathan Joseph, 13 Henry Slade, 12 Owen Farrell (c), 11 Jonny May, 10 George Ford, 9 Ben Youngs, 8 Billy Vunipola, 7 Sam Underhill, 6 Tom Curry, 5 Joe Launchbury, 4 Maro Itoje, 3 Kyle Sinckler, 2 Jamie George, 1 Mako Vunipola
A disposizione: 16 Luke Cowan-Dickie, 17 Ellis Genge, 18 Will Stuart, 19 Jonny Hill, 20 Ben Earl, 21 Jack Willis, 22 Dan Robson, 23 Anthony Watson
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