Il tecnico transalpino contento per il successo dei suoi dovrà fare a meno di Serin e Thomas per la finale
Con gli occhiali dalla montatura spessa d’ordinanza, Fabien Galthié è apparso in conferenza stampa, al fianco di Baptiste Serin e Raphael Ibanez, dopo la vittoria della Francia sull’Italia per 36-5. Una partita che lo ha soddisfatto: “Partiamo dall’organizzazione del gioco: noi puntiamo sempre a trovare gli spazi, ma oggi abbiamo anche chiesto di utilizzare molto il piede e credo sia andata bene. Abbiamo calciato 47 volte, con diversi tipi di calcio, e l’86% di questi calci sono stati positivi. E’ quello che basta per mettere una squadra giovane nel giusto senso di marcia.”
Nonostante l’espressione spesso impassibile, traspare la soddisfazione del tecnico della nazionale transalpina per una partita giocata con una formazione completamente stravolta rispetto a quelle con le quali ha lavorato finora. D’altra parte, come confessato anche dallo stesso Serin, capitano di giornata, la prima parte dell’incontro è stata contrassegnata anche dalla tensione e dalla pressione vissuta dai giocatori per una partita che poteva essere in bilico, ma grazie ad una impostazione di gioco volta a rischiare il meno possibile con il pallone nella propria metà campo, i francesi sono riusciti a surclassare gli avversari nell’ultima mezz’ora.
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“Quello che ha funzionato è stato prima di tutto riuscire a vincere, che era l’obiettivo della settimana -aggiunge Galthié – con dei ragazzi che non si conoscevano e hanno avuto minime possibilità di allenarsi insieme. Ha funzionato il fatto che abbiamo segnato cinque mete e ottenuto il bonus offensivo, facendo più di trenta punti. Come ha detto ha funzionato il gioco al piede, di qualità nella quantità. Per la prossima settimana dobbiamo concentrarci su un evento molto particolare, una finale a Twickenham, contro la squadra tipo dell’Inghilterra.”
La scelta di far giocare la finale della Autumn Nations Cup a una squadra inesperta, che avrà lavorato insieme solo per due settimane, sembrerebbe porre in secondo piano l’importanza di conquistare il trofeo. D’altronde, anche nella partita di Parigi contro l’Irlanda, a conclusione di un Sei Nazioni che la Francia avrebbe potuto vincere battendo gli avversari con un grande scarto di punti, i Bleus non erano apparsi così colti dall’urgenza di portare a casa il risultato più importante.
Interpellato da OnRugby su cosa sia, in un gerarchia di priorità, più importante fra la vittoria di un titolo subito e la costruzione di una rosa allargata e profonda, Fabien Galthié risponde programmaticamente: “Entrambe. Il nostro obiettivo come staff e come nazionale francese oggi è di diventare una grande potenza del rugby mondiale. Vincere delle partite e dei trofei e vincerli velocemente. In questo senso abbiamo fatto un po’ di strada, abbiamo costruito una metodologia che richiede tanto ai giocatori per impegnarsi in questo progetto, che richiede tanto anche allo staff. E’ il prezzo per essere performanti rapidamente, in un contesto non sempre facile. Dobbiamo prendere le cose per come sono, andare avanti, adattarci. Quando ci riusciamo, ne siamo felici.”
E’ il momento di guardare avanti quindi, a una finale contro quella che, secondo Galthié, è la squadra numero uno al mondo: “Giocheremo contro una squadra che ha perso solo una partita in questa stagione, contro di noi. Prima aveva perso solo in finale di coppa del mondo contro il Sudafrica. E’ una nazionale che perde poco, che giocherà con la squadra migliore e sono senza dubbio i migliori del mondo in questo momento.”
“Non chiederemo ai club di concederci la convocazione dei giocatori che hanno già giocato tre partite. Non possiamo far andare i giocatori avanti e indietro, entrare e uscire dai diversi contesti. Affronteremo la finale con il gruppo di questa partita, senza Baptiste Serin e Teddy Thomas, che purtroppo hanno giocato il loro terzo incontro.”
Lorenzo Calamai
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