Questa volta la rimonta è messa a segno dai Wallabies. Partita dura, una meta per parte e equilibrio totale
Ultimo atto per il Tri Nations 2020, per il quale manca solo l’ufficialità della vittoria della Nuova Zelanda: ad Argentina e Australia servirebbe infatti una vittoria con quattro mete e oltre 90 punti di scarto per superare la differenza degli All Blacks e aggiudicarsi il trofeo. Si gioca comunque un match importante per entrambe le contendenti: i Wallabies cercano conferme relative alla loro crescita, mentre i Pumas vogliono e devono dimenticare il prima possibile l’affaire Matera e rimettersi a parlare solamente di rugby. Si gioca a Parramatta, sobborgo di Sydney, coi padroni di casa che indossano una maglia speciale dedicata alla First Nation (la nazione degli aborigeni), e l’inno che viene cantato con due strofe: la prima nella lingua Eora, la seconda in inglese. Ecco il video:
Si parte sotto una pioggia decisamente fastidiosa, e i primi minuti del match sono, nel possesso e nel territorio, tutti in favore dei Wallabies. Diversi falli argentini mettono gli australiani in condizione di avere delle touche nei 22, ma tra errori gestuali, e una difesa solida quanto basta non concedono praticamente nulla. Tutto questo almeno sino al 16esimo, quando l’arbitro viene richiamato per un fallo di Kremer: la sua spallata su O’Connor in pulizia gli costa il giallo, e Hodge che piazza i primi tre facili punti. Nonostante l’inferiorità numerica però i Pumas non crollano, anzi cambiano marcia. Poco dopo Sanchez pareggia praticamente da metà campo, quindi in controfuga i sudamericani sfiorano il colpo grosso. Poco prima della mezz’ora la situazione si inverte, con Hooper che si prende il giallo per una spallata sulla testa di Sanchez: questa volta è Miotti (al posto di Sanchez uscito per il protocollo della concussion) a trovare i pali per il primo vantaggio ospite. Al 33esimo poi ecco la fiammata dei sudamericani, che hanno una maul avanzante dalla quale si stacca e parte da metà campo Ezcurra, scarico sulla fasca destra per Delguy che vola fino in fondo, permettendo poi a Miotti di trasformare per il +10. Colpita, l’Australia rialza un minimo la testa nel finale, guadagnandosi la punizione nei 22 che oltre la sirena viene trasformata da Hodge per il 6 a 13 di fine primo tempo. 40 minuti nei quali i Wallabies hanno forse cercato troppo il loro gioco alla mano, insufficiente contro la difesa avversaria, mentre l’atteggiamento argentino è decisamente più efficace, con una difesa insormontabile e enorme freddezza offensiva nel concretizzare ogni occasione a disposizione.
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La seconda frazione si apre prima con una lunga serie di calci da una parte all’altra del campo, poi per lunghi minuti l’Australia continua testardamente a sbattere la testa sulla difesa avversaria, cercando ripetutamente dei buchi che non ci sono. Al 49esimo quantomeno riescono a recuperare, dopo tanti possessi, un fallo da comoda posizione e Hodge fa 9 a 13. Il match prosegue su un binario allergico allo spettacolo, e complice la pioggia si assiste a una serie infinita di errori da una parte e dall’altra. All’ingresso nell’ultimo quarto di partita Salakaia Loto placca con la spalla Grondona sul volto, lasciandolo stordito a terra: il rosso è inevitabile, dalla linea dei 10 metri Miotti non sbaglia e i Pumas vanno all’incasso sul 9 a 16. Quando sembrerebbe fuori dai giochi, la squadra di casa riesce però a risvegliarsi, e dal 63esimo al 66esimo occupa letteralmente la zona di campo che va dalla linea dei cinque metri alla meta argentina. Tanti falli Pumas costano il giallo a Paulos, e all’ennesimo tentativo arriva la meta di Hooper (la 20esima nella sua carriera internazionale). La difficilissima trasformazione di Hodge vale il 16 a 16 e rimette tutto in discussione. I minuti seguenti però tornano ad essere ricchi di errori, e mischie seguenti palloni persi in avanti, col gioco che sostanzialmente si sviluppa tutto nella zona di campo compresa tra le due aree dei 22. L’occasione da jackpot arriva al minuto 79: dalla linea dei 10 metri, molto spostato sulla destra, c’è la chance di piazzare per Hodge, specialista nelle lunghe distanze ma già autore di un errore decisivo nella prima sfida contro gli All Blacks dello scorso ottobre. Tensione massima sulle tribune e in campo, e il destro di Hodge non gira a sufficienza. Si chiude, incredibilmente, ancora una volta in pareggio la sfida tra Australia e Argentina: è 16 a 16 a Sydney. Nella storia è la terza volta che questo accade, dopo quello di Newcastle di due settimane fa, e il 19 a 19 del 1987 a Buenos Aires. Il Tri Nations è ufficialmente della Nuova Zelanda, mentre i Pumas finiscono secondi e i Wallabies terzi in classifica (appaiati a quota 8 ma con differenza punti in favore dei sudamericani).
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Il tabellino di Australia-Argentina 16-16, sesta giornata del Tri Nations 2020:
Australia: 15 Reece Hodge, 14 Tom Wright, 13 Jordan Petaia, 12 Hunter Paisami, 11 Marika Koroibete, 10 James O’Connor, 9 Nic White, 8 Harry Wilson, 7 Michael Hooper (c), 6 Ned Hanigan, 5 Matt Philip, 4 Rob Simmons, 3 Allan Alaalatoa, 2 Brandon Paenga-Amosa, 1 Scott Sio
A disposizione: 16 Folau Fainga’a, 17 Angus Bell, 18 Taniela Tupou, 19 Lukhan Salakaia-Loto, 20 Rob Valetini, 21 Jake Gordon, 22 Irae Simone, 23 Tom Banks
Marcatori Australia:
Meta: Hooper (66’)
Trasformazione: Hodge (67’)
Calci piazzati: Hodge (15’, 42’pt, 50’)
Argentina: 15 Santiago Carreras, 14 Bautista Delguy, 13 Matias Orlando, 12 Jeronimo de la Fuente (c), 11 Emiliano Boffelli, 10 Nicolas Sanchez, 9 Felipe Ezcurra, 8 Rodrigo Bruni, 7 Facundo Isa, 6 Santiago Grondona, 5 Marcos Kremer, 4 Matías Alemanno, 3 Francisco Gomez Kodela, 2 Julian Montoya, 1 Nahuel Tetaz Chaparro
A disposizione: 16 Jose Luis Gonzalez, 17 Mayco Vivas, 18 Juan Pablo Zeiss, 19 Lucas Paulos, 20 Francisco Gorrissen, 21 Gonzalo Bertranou, 22 Domingo Miotti, 23 Santiago Chocobares
Marcatori Argentina:
Meta: Delguy (33’)
Trasformazione: Miotti (35’)
Calci piazzati: Sanchez (17’), Miotti (29’, 60’)
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