L’head coach azzurro ha commentato la sfida contro il Galles e l’annata azzurra nella conferenza stampa post partita a Llanelli
A margine della partita persa contro il Galles – l’ottava della stagione – in quel di Llanelli, Franco Smith, capo allenatore della Nazionale italiana di rugby ha analizzato il particolare anno solare 2020 dell’Italia, tra sconfitte amare e delusioni, ma anche tanti aspetti positivi, soprattutto in vista di un 2021 che apre a scenari più intriganti, grazie soprattutto alla nuova linfa portata dai tanti giovani talenti arrembanti – con inevitabile e fisiologico carico di inesperienza ed errori sull’altro piatto della bilancia – sul fronte azzurro.
“E’ frustrante chiudere la mia prima stagione alla guida dell’Italia senza vittorie, ma sapevo che mi aspettava una grande sfida sulla panchina dell’Italia. Se avessi voluto un lavoro in cui accontentarmi di ottenere tante vittorie, a livello di franchigie, sarei rimasto in Sudafrica con i Cheetahs. Le sconfitte pesano, ma il nostro lavoro è prima di tutto quello di far crescere il rugby italiano e tradurre in risultati la nuova energia che questo gruppo sta costruendo col proprio impegno”, ha spiegato Smith, dettagliando poi aspetti positivi e negativi dell’incontro.
“Oggi non siamo andati bene come avrei voluto sui punti d’incontro, nonostante avessimo lavorato bene per performare al meglio sui breakdown, ed abbiamo preso un paio di mete a difesa schierata. Ci lavoreremo con massima attenzione, ma non possiamo sempre abbatterci con le nostre mani: mi concentrerei di più su quello che abbiamo saputo fare bene in difesa, evitandone altre di marcature pesanti e crescendo molto nell’efficacia in tal senso rispetto a febbraio, quando iniziammo il nostro cammino sempre in Galles, con una sconfitta pesante”, ha proseguito, passando poi all’analisi della gestione delle forze in campo e dei cambi.
“In queste settimane abbiamo dimostrato di aver aumentato il numero di giocatori in grado di giocare per l’Italia a questo livello e torniamo a casa con una maggiore consapevolezza collettiva di cosa sia necessario per competere a questo livello. Tutti i giovani che hanno esordito in questa Autumn Nations Cup o nei recuperi del Sei Nazioni hanno mostrato di avere ciò che è necessario per giocare a questo livello. Trulla questa sera debuttava da estremo ed ha giocato da atleta esperto, Zilocchi e Fischetti hanno confermato di essere piloni di caratura internazionale e questa sera era giusto tenerli in campo il più a lungo possibile. Non ho rimpianti per come abbiamo gestito i cambi”.
Percorso stagionale
Come si è evoluta la squadra? “Da febbraio ad oggi abbiamo avuto una grande crescita fisica – soprattutto in termini di fast (velocità, ndr), di capacità di lavorare a contatto e di numero di azioni ad alta intensità ripetute dai ragazzi in una partita. Però, d’ora in avanti, non dovremo più allenare i ragazzi che vengono in nazionale, sotto questo profilo. In futuro, già in quello prossimo, dovremo avere atleti che arrivano in ritiro già pronti sotto quell’aspetto. L’obiettivo sarà quello di poter utilizzare i raduni esclusivamente per preparare le partite, senza ‘allenare’. Per fare questo, dobbiamo continuare a crescere con la qualità del lavoro – sotto quel punto di vista – delle franchigie, dell’Under 20, delle Accademie e dei club di Top10. Abbiamo aumentato la conoscenza e la consapevolezza del gioco e del lavoro necessario per competere nei test. Mancano ancora molti dettagli da affinare, ma insieme ai tecnici delle franchigie, lavorando con Crowley e Bradley, muoveremo ulteriori passi avanti. Ci aspetta molto lavoro in vista del 2021, tutti sanno che nelle settimane a venire ci sarà da impegnarsi duramente per ricominciare da dove abbiamo concluso in vista del Torneo”.
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Su Minozzi, rimandato a casa ad inizio settimana, in quanto acciaccato alla spalla, e schierato – anche se per pochi minuti – dai Wasps in Premiership: “Abbiamo fatto un check medico, e alla luce delle condizioni della sua spalla, si è ritenuto fosse il caso di rilasciarlo. Abbiamo fatto quanto di più opportuno in questa situazione, mandando una mail ai Wasps in cui si spiegava il tutto. Il team inglese avrà fatto altre valutazioni, assumendosi il rischio di inserirlo in distinta gara”.
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