Andy Marinos non ha escluso la possibilità di riproporre quanto visto in questo inedito 2020
Lo scorso fine settimana, con il pareggio tra Argentina ed Australia, ed il contestuale trionfo finale della Nuova Zelanda, si è concluso l’inedito Tri Nations 2020 – torneo privo del Sudafrica campione del Mondo, che ha rinunciato -, disputatosi interamente in Australia, per rispondere alle due sfide poste in essere dalle note problematiche sanitarie.
Un’edizione che resterà nella storia, tra partite memorabili, come il primo successo dei Pumas sui tuttineri, e polemiche furiose, montate sul caso Matera, che sembrava destinata ad essere l’unica, tuttavia, a disputarsi con questo formato così particolare, con tutte le partite andate in scena un singolo stato, anche perché, nelle scorse settimane, è stato ufficializzato che – con la presenza del Sudafrica, nonostante le recenti voci persistenti sullo sbarco degli Springboks nell’emisfero nord – il torneo manterrà la stessa struttura sino al 2030, con le squadre che – per ridurre al minimo gli spostamenti, disputeranno dei minitour, con l’intento di ottimizzare tempi e spese.
In un passaggio del comunicato stampa a consuntivo della competizione 2020, però, Andy Marinos, CEO di Sanzaar, ha lasciato aperta una piccola porticina anche alla possibilità di riutilizzare tale format, che si è dimostrato, in queste settimane, piuttosto valido.
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“Un aspetto positivo di questa competizione è stata la consapevolezza raggiunta da parte di tutte le Union che, se dovesse essere nuovamente necessario negli anni a venire, il format centralizzato del torneo è più che una possibilità fattibile, con l’intrigante prospettiva di turni con doppio incontro nello stesso impianto, uno dietro l’altro: un enorme vantaggio per i fan locali e per il pubblico generico di tutte e 4 le nazioni coinvolte”, ha dichiarato Marinos.
Chissà, dunque, che nei prossimi anni non si possa tornare ad assistere a un’edizione di questo tipo, simile per diversi aspetti ad un mini mondiale.
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