Il mediano di mischia si racconta a tutto campo: fra club, nazionale e futuro
La consistenza delle sue prestazioni in Premiership, l’esordio con la maglia azzurra e la voglia di diventare – un giorno – il “kicker” (per usare una terminologia americana) sia di Gloucester sia dell’Italrugby: c’è questo e molto altro nell’intervista che Stephen Varney ha rilasciato al sito del “The Rugby Paper”.
Stephen Varney, capitolo 1: Gloucester
Da quando la gestione tecnica dei “Cherry & Whites” è stata affidata a George Skivington, il mediano di mischia pensa che si respiri un’altra aria nel club inglese: “Ha cambiato l’ambiente – afferma il trequarti – e da ai ragazzi l’opportunità di giocare, senza fare scelte legate allo status ma optando per chi si allena meglio. Persone come me e Jack Clement hanno avuto delle chance e mi piacerebbe pensare, alla lunga, che abbia avuto ragione su di noi. L’obiettivo ora è quello di essere sempre fra le migliori squadre per poi arrivare a giocarci qualcosa: in squadra abbiamo un ottimo mix”.
Poi continua: “Essere in campo con elementi del calibro di Danny Cipriani, Billy Twelvetrees, Jonny May e Louis Rees-Zammit a volte mi sembra surreale, ma di sicuro mi consente di apprendere rapidamente. Sono contento di come stanno andando le cose, mi trovo davvero bene con tutti: dai compagni allo staff tecnico.
Stephen Varney, capitolo 2: l’Italia
Nel corso dell’Autumn Nations Cup, il numero nove si è preso i suoi primi tre caps con la maglia dell’Italrugby, un fatto questo che ha portato alcuni giornalisti d’oltremanica a chiedersi se un giorno Varney vestirà la maglia del Benetton o delle Zebre.
“Voglio restare in Premiership – ha detto facendo riferimento al momento – per far parte dell’Italia non è obbligatorio giocare nel paese stesso. Attualmente ritengo la Premiership il miglior campionato del mondo e non penso di andare nel Pro14″.
Stephen Varney, capitolo 3: un futuro da piazzatore sia per il club sia per la nazionale
Last but not least, è proprio il caso di dirlo, le ambizioni del ragazzo classe 2001. Una prospettiva di gioco forse inattesa ma che per certi versi potrebbe aprire orizzonti molto ampi.
“Vorrei diventare un piazzatore, come lo sono alcuni mediani di mischia francesi. In passato ho calciato per le squadre minori di Gloucester e per le giovani dell’Italia e questa resta un’ambizione per il futuro”.
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