Il seconda linea dei Leoni analizza il successo all’esordio, e guarda al match contro l’Agen: “Non dobbiamo sottovalutarli”
Dopo il debutto vincente in Challenge Cup, il Benetton ha di fronte una settimana importante, dove continuare a lavorare duro in vista della seconda giornata quando a Monigo arriveranno i francesi dell’Agen, che nel primo turno è stato battuto in casa 34 a 8 dai London Irish. In casa trevigiana quello che ha colpito maggiormente è stato l’atteggiamento mostrato dalla squadra di Crowley, concentrata per tutti gli 80 minuti e capace di sfruttare le occasioni a disposizione, come mai si era visto in questo inizio di stagione.
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Ne ha parlato il seconda linea Federico Ruzza, che sulle colonne del Gazzettino ha detto come il rientro di alcuni Nazionali azzurri è stato sicuramente un fattore importante, ma questo non va preso come una giustificazione per spiegare le sconfitte maturate sinora nel Pro14. Riguardo al fatto che quella di Challenge Cup possa essere la partita della svolta nella stagione del Benetton, Ruzza pensa: “Difficile dirlo. Sicuramente è stata una vittoria importante nella quale abbiamo dimostrato di avere determinate qualità. Siamo stati bravi a sfruttare certe occasioni e a scavare un margine a livello di punteggio, ma anche a reagire ogni volta che lo Stade Français ha segnato. Rispondere subito all’avversario è sintomo di una squadra con carattere e dalle buone capacità”.
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Fondamentale per lui è stata la difesa del Benetton, mentre se c’è una cosa che è funzionata meno questa è sicuramente stata la touche, che per il seconda linea ha avuto alcuni problemi di timing, ma nonostante questo la squadra è riuscita spesso a risolvere le situazioni di attacco avversarie in altre maniere. Infine, parlando di quello che sarà, Ruzza non vuole sentire dire che (come sarebbe da pronostico) l’Agen in casa sia l’avversario più semplice del cammino europeo dei Leoni: “Per questo potrebbe divenire la sfida più pericolosa, quindi dovremo prepararla bene ed essere ordinati. Sappiamo che le squadre francesi sono un po’ strane, se giocheremo un rugby disordinato potremmo cadere nel loro gioco, se invece sapremo giocare un rugby lineare e incisivo come a Parigi, tutto sarà più semplice”
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