La azzurre avranno sei giorni di raduno nelle vacanze di Natale, per prepararsi a un 2021 i cui appuntamenti chiave, però, sono ancora da definire
La prossima domenica, l’Italia femminile inizierà il secondo raduno post Sei Nazioni 2020 – dopo quello del ponte dell’Immacolata -, a Parma. 30 ragazze (24 azzurre e 6 giovanissime invitate) per tre giorni importanti – a cui verosimilmente ne faranno seguito altri tre, ad inizio gennaio, anche se ancora da ufficializzare, per costruire momentum in vista del 2021.
Obiettivo? Farsi trovare pronte per qualsiasi genere di calendario si prospetti all’orizzonte. Se il Sei Nazioni – con le sue date già fissate da tempo – sembrerebbe poter andare avanti regolarmente, anche se di questi tempi è complesso mettere mani sul fuoco sul fatto che tutto possa svolgersi senza intoppi, a quasi 50 giorni dall’inizio della competizione, su formula e tempistiche del torneo di qualificazione mondiale alla Rugby World Cup 2021 neozelandese – vero focus azzurro -, invece, nonostante alcune voci che si sono rincorse nelle scorse settimane, non ci sarebbero ancora certezze.
Stando a quanto emerso dagli ultimi incontri virtuali del gruppo di lavoro per le qualificazioni, con World Rugby, Rugby Europe e le Union coinvolte, si andrebbe, secondo quanto risulta ad OnRugby, verso l’ennesima modifica del formato, con il ritorno alla struttura con semifinali e finale, ma in gara secca (vincitrice al Mondiale, seconda al torneo di ripescaggio, che molto probabilmente non si terrà in Nuova Zelanda, come volevano alcuni rumors). Tutto ancora in via di definizione invece per quanto concerne tempi e luoghi.
Innanzitutto, Spagna, Olanda e Russia dovranno chiudere il torneo di Rugby Europe, per decretare la quarta partecipante alla competizione, assieme ad Italia, Irlanda e Scozia, già sicure della loro presenza. Verosimilmente, l’ultima contendente alla kermesse globale sarà Spagna, ma Paesi Bassi e soprattutto Russia vorrebbero giocarsi – lecitamente – sul campo la loro possibilità di pass iridato. Quando, come e dove? Ancora non si sa con precisione, con Rugby Europe che in settimana ha ufficializzato le date del suo massimo torneo maschile, ma non ancora quelle delle donne (mancano le due gare della Spagna, contro Russia e Olanda), ma ci sarebbe la volontà di (provare a) portare a casa il tutto entro metà febbraio.
Superato il primo scoglio – sempre ammesso e non concesso ci siano, nei prossimi mesi, le condizioni per giocare a rugby -, poi, le semifinali potrebbero svolgersi nel periodo Sei Nazioni. Gli accoppiamenti? Ancora secondo il ranking (2 v 3, 1 v 4, dando per scontato passi la Spagna): Irlanda (2) in casa, contro la Spagna (3) (in una delle due pause del torneo?), Italia (1) contro la Scozia (4, diventerebbe 3 se passasse una tra Russia e Olanda, che sarebbero 4 e dovrebbero così affrontare le azzurre in semi), con – allo stato attuale – l’ipotesi più concreta, bypassando così le questioni di merito (l’Italia è nettamente la migliore delle quattro contendenti al Mondiale nel Ranking), di disputare la sfida in casa della Selezione del Cardo, sovrapponendola all’ultima giornata del Sei nazioni, anche perché il board del torneo non sarebbe entusiasta di cambiare una sede di gara, rispetto a quanto già indicato.
Per quanto concerne la finale, poi, post Sei Nazioni, l’Irlanda si sarebbe proposta per ospitare l'”evento”, onde evitare alle proprie atlete di uscire dal paese, e dover affrontare, per le regole attuali, un lungo periodo di quarantena al ritorno in patria. Impossibile, però, sapere, ad oggi, come sarà la situazione sanitaria, sull’Isola di Smeraldo – e non solo – tra tre mesi. E dunque se si deciderà di procedere in tal senso.
Insomma, in attesa di nuovi aggiornamenti – magari anche di qualche decisione definitiva, benché sia oltremodo complesso prenderne, alla luce di una situazione fluida, ancor più dopo l’esplosione odierna del caso ‘ceppo UK’ -, l’unica certezza per l’Italia di coach Di Giandomenico è legata ai prossimi sei, importantissimi giorni di raduno.
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