Il giocatore dei Pumas è intervenuto raccontando di essere dispiaciuto per gli errori fatti, e chiedendo perdono
Per la prima volta dopo l’esplosione del caso dei tweet razzisti, Pablo Matera ha parlato di persona. Il 27enne capitano dell’Argentina ha raccontato la sua versione delle cose a Canal Plus, evidenziando come la cosa abbia profondamente destabilizzato lui e la sua famiglia, che è stata riempita di messaggi offensivi, oltre che portarlo a una temporanea (ma già rientrata) sospensione dalla Nazionale argentina.
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“Immagino che ci siano state molte persone che si siano sentite offese da quanto ho fatto, e voglio chiedere loro scusa. Con i miei amici del liceo ho fatto un pessimo uso dei social, non lo nego. Voglio ora far sapere a tutti che non credo assolutamente a quelle cose, che non rappresentano in alcun modo i miei valori”. I tweet razzisti di Matera sono venuti alla luce pochi giorni dopo la sconfitta dei suoi Pumas contro gli All Blacks seguente la morte di Maradona, fattore questo che ha aperto un’altra breccia con l’opinione pubblica argentina che ha accusato la squadra di non aver onorato in maniera degna la loro più grande leggenda sportiva.
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“All’epoca di quei tweet ero un ragazzo immaturo, ma per mia madre non è mai stato facile tenermi a bada. È passato comunque tanto tempo da allora (si parla del 2011), sono cresciuto e migliorato sotto tutti gli aspetti morali”. Matera ha ammesso che una delle cose che gli ha creato maggior dispiacere è stato l’attacco subito dalla sua famiglia, coinvolta nonostante non avesse colpe nella cosa, ma ora il capitano argentino considera il caso chiuso: “La cosa più importante per me è sapere di avere sbagliato. Oggi chiedo perdono e vado avanti, basta così”.
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