In futuro, prima delle partite dei Wallabies, potremmo rivedere quanto accaduto in occasione dell’ultima sfida del Tri Nations 2020
Nonostante sia stato giocato senza il Sudafrica, e in una soluzione logistica particolare con tutte le partite disputate in Australia, l’ultimo Tri-Nations ha lasciato molti spunti d’interesse. Sicuramente tra questi il primo successo dell’Argentina contro gli All Blacks, il caso dei tweet razzisti che ha coinvolto tre Pumas, e il fatto che per la prima volta l’inno australiano sia stato eseguito in due lingue. Non più solo la strofa in inglese, come da prassi, ma anche una in Dharug, una delle lingue delle comunità indigene che hanno abitato il continente da molto prima che i bianchi arrivassero. L’esecuzione della 16enne Olivia Fox prima del match contro l’Argentina ha suscitato molte reazioni nella terra dei canguri, e tra queste una delle più importanti è senza dubbio quella di Gary Ella, uno dei tre fratelli (assieme a Mark e Glen) di origine aborigena che hanno vestito la maglia australiana negli anni ‘80.
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Ella ha dichiarato al Syndey Moring Herald: “Senza dubbio è stata una grande performance, e un riconoscimento della cultura aborigena. I giocatori, che hanno imparato la strofa nelle settimane precedenti la partita, hanno mostrato grande passione, e da tutto il mondo mi sono arrivate delle chiamate che sottolineavano il gesto”. Va ricordato come la lingua Dharug sia solamente una delle 260 presenti in Australia, territorio vastissimo e anticamente popolato da tribù molto diverse tra loro.
La domanda che adesso tanti si fanno, è se questa soluzione possa diventare permanente. Si avrà sempre una strofa in una lingua aborigena prima di quella inglese? Questo il pensiero di Gary Ella: “Viste le tante lingue presenti nel nostro territorio, questa è una cosa che necessita una discussione per capire quale adottare. Va detto che la versione cantata prima della partita con l’Argentina è una delle mie preferite” e ha continuato “Ci sono persone, soprattutto della comunità indigena, che hanno problemi con l’inno australiano, e forse questo è il momento per pensare di cambiarlo e cantarlo anche in altre lingue. Guardiamo cosa succede in Nuova Zelanda e in Sudafrica, le parole sono sempre importanti”.
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Le cose procedono speditamente dunque, e la volontà sembra essere quella di prendere una decisione effettiva prima della prossima partita dei Wallabies. Sull’argomento è intervenuto anche Hamish McLennan, presidente di Rugby Australia: “Servirà prima di tutto che i leader delle comunità indigene concordino sulla versione da adottare, ma sarebbe una novità davvero importante per tutti gli australiani. Non sono sorpreso, ma anzi felice del supporto che questa novità sta ricevendo, e posso dire che una delle volontà di Rugby Australia è quella di offrire un supporto importante alla comunità indigena in vista della nostra candidatura per ospitare la Coppa del Mondo 2027”.
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