L’apertura delle Red Roses ha deciso di chiudere la sua carriera internazionale per concentrarsi su famiglia e club
Quando è arrivato l’annuncio, venerdì scorso, il rugby internazionale si è idealmente fermato per un attimo, perché la notizia (seppur potesse essere in qualche modo prevedibile) era davvero importante.
Katy Daley-McLean, una delle migliori giocatrici dell’era moderna e una delle più vincenti di sempre, ha infatti annunciato il ritiro (con effetto immediato) dal rugby internazionale, a poco meno di un anno dalla Coppa del Mondo in programma in Nuova Zelanda dove le sue Red Roses si presentano come una delle grandissime favorite per il successo finale – e, al momento, da prime nel ranking di World Rugby.
Daley-McLean ha vinto otto Sei Nazioni con l’Inghilterra e preso parte a quattro edizioni della Coppa del Mondo, vincendo nel 2014 a Parigi e arrivando al secondo posto nel 2017 a Belfast. Nell’ultimo test match giocato con la Rosa sul petto (e vinto contro la Francia a Twickenham), ha raggiunto quota 116 caps, diventando la terza inglese di sempre per numero di presenze con la maglia della Nazionale. Katy aveva debuttato in Nazionale nel 2007 nel match contro la Scozia.
Insomma, numeri importantissimi ma che non hanno impedito all’apertura di prendere una decisione “difficile, ma relativamente facile che mi sembra, ogni volta che ci penso, quella più giusta,” come ha ammesso lei stessa il giorno dell’annuncio. Katy, 34 anni, ha deciso di intraprendere la carriera di allenatrice-giocatrice alle Sale Sharks dopo aver vestito la maglia di DMP Sharks e Loughborough Lightnings in quello che è adesso conosciuto come Allianz Premier XV, la massima serie femminile inglese.
Ma non è solo una scelta dettata da una nuova carriera, quella presa da Daley-McLean ha anche e soprattutto motivi famigliari. “Sono diventata mamma diciotto mesi fa e questo ha avuto un impatto nella mia scelta, voglio passare più tempo con mia figlia e il calendario internazionale mi avrebbe portata lontano per molte settimane.”
Apertura molto tecnica, ha anche preso parte alle Olimpiadi di Rio 2016 col Team GB Sevens (chiudendo al quarto posto) e nel 2014 le è stato assegnato un MBE (Member of the Most Excellent Order of the British Empire, onorificenza riservata a chi si è distinto nelle arti e nelle scienze) per quanto fatto nel rugby.
Katy continuerà a deliziarci con le sue giocate nel campionato domestico (che si può vedere in streaming anche dall’Italia), ma sicuramente il rugby internazionale ha perso una delle sue migliori giocatrici. Anche le Red Roses, fucina di talenti, faranno davvero parecchia fatica a colmare il vuoto lasciato da Daley-McLean all’apertura, in una stagione cosi importante come quella che si è (pur tra mille difficoltà) appena aperta. Sarà interessante capire come Simon Middleton, head coach della Nazionale, intenderà procedere e anche per questo il prossimo Sei Nazioni andrà seguito con, se possibile, maggiore interesse.
Matteo Mangiarotti.
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