L’ex nazionale inglese Ugo Monye dice la sua riguardo i 28 a 0 comminati dall’EPCR, in una stagione compressa e praticamente senza tempi di recupero
In Champions Cup e Challenge Cup hanno fatto molto discutere le vittorie a tavolino assegnate dall’EPCR. Come raccontato negli scorsi giorni, le formazioni che per via delle positività non sono state in grado di scendere in campo si sono viste assegnate un 28 a 0 in favore delle avversarie, fattore questo che in una stagione ultra compressa potrebbe risultare determinante in classifica. La stessa EPCR aveva motivato le sue sanzioni dicendo come, nonostante le squadre “sconfitte” non abbiano responsabilità dirette, non voglia creare precedenti e abbia la necessità di portare a termine le due coppe rispettando il calendario. Ci sono state 4 vittorie a tavolino in Champions Cup (Scarlets-Tolone 28-0, Glasgow-Lione 0-28, La Rochelle-Bath 28-0 e Tolosa-Exeter 28-0) e due in Challenge (Benetton-Agen 0-28 e Cardiff-Stade Francais 28-0): su questi sei risultati ha detto la sua l’ex ala inglese, e ora apprezzato commentatore televisivo, Ugo Monye: “Nonostante la stagione sia condensata mi sembra una sanzione troppo dura. Non c’è una colpa precisa, la pandemia sta colpendo tutti, e forse il mondo del rugby avrebbe bisogno di un’empatia che per il momento non mi sembra di vedere”.
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Secondo Ugo Monye questo potrebbe anche falsare il valore delle due competizioni: “Temo che alla fine non si avranno quelle che saranno effettivamente le migliori squadre ai playoff. Andrà avanti solo chi riuscirà a schivare il virus, o sarà così fortunato da non venirne toccato. Tante società stanno facendo tutto il possibile per seguire le linee guida ed evitare problemi con le positività, ma come si è visto a tutti i livelli non sempre ci si riesce”.
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Un dibattito che ha assolutamente cittadinanza, visto che i punti assegnati nelle due classifiche peseranno sicuramente: se non per passare il turno, magari per assegnare il vantaggio di un fattore campo, dunque un aspetto non secondario. Chiaramente anche l’EPCR ha le sue ragioni, visto che senza praticamente spazi di recupero sarebbe impensabile rinviare per troppo a lungo queste partite, contando che tra febbraio e marzo ci sarà il Sei Nazioni (che coinvolgerà tantissimi giocatori delle squadre di Champions), poi ci saranno le fasi finali dei campionati. Insomma, il problema esiste e non può essere sottovalutato.
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