Rapa Nui: la squadra da rugby più isolata del mondo

In mezzo all’oceano Pacifico c’è una piccola isola che vuole farsi conoscere anche grazie allo sport con la palla ovale

La Hoko, la danza di guerra eseguita dalla squadra di Rapa Nui

La Hoko, la danza di guerra eseguita dalla squadra di Rapa Nui

Quante volte abbiamo letto o visto le squadre delle Isole del Pacifico in azione: i guerrieri del rugby che si esprimono attraverso la palla ovale, e lo fanno ad altissimi livelli praticamente in tutto il mondo. Fiji, Samoa, Tonga, le isole Cook, i giocatori della Polinesia Francese che arrivano anche a vestire la maglia dei Bleus, sono tanti gli esempi del talento dei ragazzi provenienti da quella parte di globo. C’è però un posto che ancora non è stato praticamente considerato da nessuna “mappa” rugbystica, ma vuole crescere grazie anche a questo sport.

Parliamo dell’Isola di Pasqua (Rapa Nui nella lingua locale), che è il luogo geografico più isolato al mondo. Distante 4.000 chilometri dalle coste del Cile, nazione alla quale appartiene, e altrettanti da quelle di Tahiti, quest’isola di 163 chilometri quadrati è assolutamente lontana da tutto il resto del mondo. Poco meno di 8.000 abitanti, il 15% dei quali sono Rapa Nui (discendenti degli antichi popoli che la vivevano), il 50% cileni, ma non mancano anche diversi stranieri che hanno fatto di questo posto unico la loro casa.

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Tra di loro c’è anche chi ha portato il rugby, e nel 2014 è stata fondata la squadra del Matamu’a Rugby Club (Matamu’a era il nome degli antichi guerrieri dell’isola). L’anno seguente poi è stato lanciato il torneo Seven dell’Isola di Pasqua, che col passare del tempo ha raccolto sempre maggior successo e richieste di partecipazione. Un modo importante per coltivare la passione ovale e far crescere un popolo che sta scoprendo questo sport e, anche per via di caratteristiche fisiche importanti, vi si sta affezionando.

Secondo Davilor Franulic della Federazione Cilena “Rapa Nui è importantissima per il nostro rugby perché può offrire giocatori unici. Siamo politicamente vicini a loro, anche se le distanze sono importanti, e vogliamo far di tutto per sviluppare un hub dal quale tirare fuori i ragazzi più interessanti”. C’è anche chi, come Nicanor Haoa, è arrivato a vestire la maglia del Cile ai Mondiali Under 20, portando avanti il messaggio di una terra lontanissima da tutto e da tutti che però vuole il suo piccolo spazio nel mondo ovale. Ecco un video che riassume la storia del rugby sull’Isola di Pasqua:

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