La clamorosa ipotesi è al vaglio: da valutare ci sono incastri economici, logistici, sanitari, finanziari e tecnici
L’anno prossimo si potrebbe assistere a qualcosa di storico per il mondo di Ovalia: il Tour 2021 dei British & Irish Lions, previsto in Sudafrica contro la nazionale campione del mondo in carica, potrebbe disputarsi in casa: fra Regno Unito e Irlanda.
Si, avete capito bene. La selezione in rosso delle Home Unions non sarebbe, come di consueto, la squadra ospite nell’Emisfero Sud, ma si trasformerebbe nella compagine di casa ospitando i rivali fra Twickenham, il Principality Stadium di Cardiff e l’Aviva Stadium di Dublino.
British & Irish Lions 2021: il punto sulla e della situazione
Inutile nascondersi dietro a un dito: le possibilità, in questo momento, di fissare un calendario internazionale a lungo termine sono praticamente pari a zero, tanto che da tutte le parti si stanno studiando soluzioni alternative.
La “variante sudafricana” in questo momento spaventa più di quella “inglese” a livello sanitario e ipotizzare che fra 7/8 mesi un gruppo-squadra contingentato di 75/80 persone possa viaggiare alla volta della Rainbow Nation con 30.000 tifosi al seguito in stadi riaperti è praticamente impossibile.
Da qui l’idea di provare a rovesciare la consuetudine, provando a fare leva sul fatto che – vista la campagna vaccinale in atto – nel Regno Unito alcune partite possano avere, seppur con un pubblico ridotto, una cornice un po’ più adatta all’evento anche dal punto di vista televisivo.
British & Irish Lions: cercare di conciliare tutte le “anime” non è facile
Tradizione
Ovalia è un mondo fatto di quattrini, ma anche di tradizioni inutile negarlo: vedere i Lions giocare nel Regno Unito farebbe molto strano e paradossalmente potrebbe allontanare i fans da uno degli eventi sportivamente più attesi d’oltremanica, considerando anche il fatto che si potrà giocare per la seconda volta consecutiva – dopo gli All Blacks nel 2017 – contro i campioni del mondo in carica.
Lato economico
Il motore di tutto questo ipotesi sta nella questione finanziaria: il Tour dei Lions, ogni quattro anni, è uno degli asset più redditizi tanto per il cosmo rugbystico quanto per le tutte le altre componenti che gli gravitano attorno (tv, agenzie di viaggi, etc).
I tecnici dicono no al rinvio al 2022
Ammettendo che nel 2022 si possa tornare a una completa o quasi normalità, pensando a un rinvio del Tour per quell’annata, sembra che a “mettersi di traverso” possano essere i tecnici delle varie nazionali britanniche ma non solo.
Eddie Jones infatti, probabilmente la figura più carismatica nell’ambiente ovale, ha fatto capire a tutti e per tutti che “i giocatori sono entusiasti di vestire la maglia dei Lions”, ma che quando tornano dall’avventura intercontinentale hanno spesso bisogno di un periodo di sei mesi per iniziare a riprendersi a pieno.
Questo vorrebbe dire, in sostanza, andare troppo a ridosso della Rugby World Cup 2023 scompaginando peraltro i calendari dei Test che molte nazionali – e non solo Inghilterra, Galles, Scozia e Irlanda – fissano con molto anticipo contro i rispettivi avversari.
British & Irish Lions: la posizione del Sudafrica
Jurie Roux, CEO di una Federazione Sudafricana che ha quanto mai bisogno di liquidità, è stato abbastanza drastico: “Niente fans, niente Tour”.
La Rainbow Nation capisce la situazione ma non può non cercare di tirare acqua al proprio mulino, anche perchè non bisogna ridurre la questione Lions alle sole tre partite della serie che si giocano contro gli Springboks.
La selezione arriva nella terra dove deve giocare il trittico di match un mese prima, compie delle partite amichevoli con le franchigie locali facendo registrare dei sold out e si trascina al suo seguito un esercito di 30.000 tifosi che riempie alberghi, locali e negozi.
L’indotto primario è quello legato al ticketing, ma quello secondario è nettamente più grosso e influente e siccome affrontare i Lions capita una volta ogni dodici anni, tutto il comparto sudafricano ha interesse che questo avvenga nella maniera più normale possibile.
Cosa succederà?
I prossimi mesi diventeranno decisivi, anche perchè nel frattempo le federazioni di Inghilterra, Galles, Scozia e Irlanda dovranno iniziare a preparare il Sei Nazioni 2021 continuando a lavorare su due strade parallele.
Il Board dei Lions intanto cerca di guadagnare tempo e di capire come valutare la situazione, anche se l’ipotesi “2021 At Home” potrebbe diventare plausibile.
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