Al Lanfranchi una partita molto simile a quella di una settimana fa, per svolgimento e contenuti
“Un déjà vu è un’imperfezione di Matrix, capita quando cambiano qualcosa” spiega Carrie-Ann Moss, alias Trinity, in una celebre scena del film delle sorelle Wachowski.
Allo stesso modo, Zebre e Benetton hanno cambiato tante cose rispetto al primo episodio del derby fra le franchigie italiane di Pro14, ma il risultato è stato, per l’appunto, una sorta di déjà vu, sia sul tabellone che in quanto visto in campo.
Nonostante un terzo dei titolari in campo fra le due squadre sia cambiato, la partita si è svolta secondo lo stesso canovaccio della scorsa settimana: una prima fase combattuta e contratta, le Zebre che prendono il sopravvento, il Benetton che sembra tornare forte, e i ducali che chiudono l’incontro grazie ai calci di punizione.
Le Zebre hanno confermato un gioco generalmente più ambizioso e propositivo, più strutturato e complesso ma non per questo più efficace di quello degli avversari. A sequenze interessanti, i padroni di casa hanno alternato una consueta inclinazione all’errore.
Le migliori notizie arrivano ancora da un pack che, nonostante quello avversario alzi i giri del motore rispetto a 7 giorni fa, dimostra la propria superiorità: se il drive non funziona in maniera così decisiva, la mischia chiusa viaggia alla grande e la premiata ditta Fischetti-Zilocchi si fa sentire lì ed in giro per il campo.
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Inoltre i ducali confermano anche la propria solidità mentale: dopo aver resistito al tentativo di rimonta della scorsa settimana, stavolta sono pure capaci di ribaltare di nuovo l’incontro dopo averne perso il comando.
Il Benetton rimane invece fermo ai suoi problemi al breakdown, dove non solo ha avuto problemi in questa partita (7 turnovers concessi) e nella scorsa, ma è da tutta la stagione che spreca tanti, troppi palloni offensivi per l’incapacità di essere incapace in pulizia.
Ci sono solo parziali buone notizie, che arrivano dalla prestazione di un Jayden Hayward davvero brillante e che sembra recuperato rispetto a inizio stagione e dalla rabbia del capitano di giornata Michele Lamaro, che oltre a una meta di pura prepotenza ci mette anche una salutare frustrazione per la sconfitta, importante per tenere viva una squadra che sembra anestetizzata dalle tante sconfitte consecutive.
Non sono però così diverse, in fondo, Zebre e Benetton: in due partite hanno segnato quattro mete per ciascuna, con entrambe le partite decise dal numero di calci di punizione a favore ottenuti (a proposito, ben 19 concessi nel secondo derby dal Benetton).
Due squadre che hanno punti forti e deboli simili: affidano il proprio attacco soprattutto agli avanti, hanno una difesa ordinata e provano a minacciare spesso il possesso altrui nel punto d’incontro, anche a costo di vedersi fischiare qualche calcio di troppo, il gioco al piede è approssimativo, un numero eccessivo di palloni persi inficia la qualità di tanti possessi offensivi.
Nonostante questo, la seconda partita è stata tutto sommato piacevole. Le Zebre hanno ottenuto una importante terza vittoria consecutiva dalla quale prendere fiducia per un finale di Pro14 in questo nuovo anno che sia in continua crescita. E intanto l’ultima posizione nella conference A è alle spalle.
Lorenzo Calamai
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