Per il torneo femminile e soprattutto per quello Under 20 la situazione potrebbe essere più complicata
Lo stato d’allerta in Francia e non solo- ingigantito dalla nuova e particolarmente insidiosa variante britannica -, e la contestuale volontà – laddove possibile – del governo francese di evitare alle squadre ovali di élite, e non solo, trasferimenti oltre confine – soprattutto al di là della Manica -, minaccia i prossimi mesi di grande rugby europeo.
A forte rischio di spostamento, infatti, non ci sono solo i due weekend di Coppe Europee di gennaio, ma stando a quanto riportato dal Times questa mattina, anche il Sei Nazioni, al cui kick-off mancherebbero solamente 4 weekend, che potrebbe non svolgersi nelle date originariamente previste (dal 6 febbraio al 20 marzo 2021), anche se indiscrezioni in arrivo dalla Francia aprirebbero pure ad un altro scenario con l’ipotesi di una modifica ‘strutturale’ e non temporale della competizione (con le tv che vorrebbero mantenere il torneo nel suo slot abituale, a maggior ragione dopo aver preso atto che difficilmente gli spettatori potranno riempire gli spalti regolarmente anche più avanti nel corso dell’anno).
Stando a quanto appreso da OnRugby, il board del Sei Nazioni – torneo che, va ricordato, rappresenta il motore finanziario di tutto il movimento continentale, e la cui disputa, anche con modalità eventualmente particolari, è fondamentale per l’economia di tutte le union coinvolte – dovrebbe riunirsi nella giornata di martedì, con comunicazioni ufficiali su un possibile (probabile, a questo punto?) spostamento – o sulla conferma del format originario – che potrebbero arrivare a ruota, probabilmente nella giornate immediatamente successive.
Al vaglio degli organizzatori ci sarebbe la possibilità di uno slittamento nei mesi primaverili, oppure in estate, nel caso in cui non ci fosse la possibilità di portare avanti regolarmente il tour dei Lions, mantenendo la struttura classica, con le 15 sfide da disputare negli stadi di casa delle Union coinvolte. Rumors insistenti che arrivano dalla Francia, tuttavia, terrebbero aperta la porta anche ad un altro scenario: creare una “bolla” in un luogo approvato collettivamente – con la Francia che si candiderebbe ad ospitare il tutto -, e disputare il torneo in un unico paese, alla stregua di quanto accaduto quest’anno nel Tri Nations in Australia.
Cosa potrebbe succedere a Sei Nazioni femminile ed Under 20?
Per quanto concerne questi due tornei – per i quali non è ancora stato ufficializzato un calendario con sedi, date ed orari definitivi -, è da escludere, per ragioni legate allo status degli atleti coinvolti, la possibilità di creare una bolla di due mesi, tenendo le squadre lontane da casa, ma soprattutto da scuola e lavoro.
E visto che, secondo quanto appreso da OnRugby, la commissione medica della competizione avrebbe timore nel dare l’ok ad un torneo tra squadre che non possono stare continuativamente nella suddetta bolla, l’ipotesi del rinvio, in questo caso, anche alla luce dei dubbi espressi da Nicky Ponsford, donna a capo del settore femminile della federazione inglese, nelle scorse settimane, sembrerebbe quella più plausibile.
Premettendo come si sia ancora nel campo delle ipotesi – con la speranza di vedere regolarmente al via i tornei ancora non tramontate -, ad ogni modo, se per le donne, che dovrebbero/potrebbero utilizzare il Sei Nazioni come preparazione e/o (parte di) qualificazione per il Mondiale settembrino in Nuova Zelanda, tuttavia, ci sarebbero eventualmente date utili e volontà (nel caso) di recuperare la competizione, il torneo Under 20, invece, rischierebbe di essere annullato, come già accaduto peraltro per il Mondiale di categoria dello scorso anno in Italia.
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