Tutti al lavoro per un obiettivo comune: giocare, anche se le problematiche in essere non sono poche
Il Sei Nazioni 2021 vuole essere organizzato nel modo più “normale” possibile. A cinque giorni dalle voci di un possibile slittamento o della disputa del torneo in una bolla sanitaria da creare in Francia, dal Board del torneo filtrano informazioni diverse rispetto a quanto si era captato la settimana scorsa.
A fare “da tramite” per queste valutazioni è un attivissimo Bernard Laporte che dopo essere intervenuto lunedì scorso per allontanare lo spettro di un rinvio del Sei Nazioni 2021 ha ulteriormente fatto luce sulla situazione logistico-sanitaria a tre settimane dal via della manifestazione.
1. Sei Nazioni Femminile e Sei Nazioni Under 20 posticipati e una frase scritta con forza
Nello stesso comunicato che annunciava il posticipo dei tornei dedicati alle donne e ai giovani prospetti del rugby internazionale, il Board ha riportato una precisa frase: “Six Nations continua a monitorare attentamente la situazione e conferma che rimane invariata la pianificazione per la disputa del Guinness Sei Nazioni maschile. Il Torneo prenderà il via con la prima giornata che prevede sabato 6 febbraio Italia v Francia e Inghilterra v Scozia e Galles v Irlanda domenica 7 febbraio”.
Poche righe, ma che fanno capire qual è l’intenzione degli organizzatori.
2. La situazione francese: attualmente è stata autorizzata solo la partita contro l’Italia
In terra transalpina la “variante inglese” preoccupa e non poco, tanto che al momento Roxana Maracineanu, Ministra dello Sport francese, ha autorizzato i Bleus a viaggiare solo ed esclusivamente alla volta di Roma per la prima giornata del Sei Nazioni 2021.
Contestualmente le autorità di Regno Unito e Irlanda stanno cercando di rassicurare le istituzioni francesi sui protocolli e sui massimi controlli che verranno fatti durante il torneo.
3. Impensabile un “Cinque Nazioni”, mentre Laporte spiega il protocollo
Visto il momento di crisi e la necessità assoluta di trovare ricavi per le varie federazioni e non solo, ipotizzare un torneo senza la Francia è impensabile, una via quella del “Cinque Nazioni” da scartare.
A tal proposito, e anche in chiave più generale è intervenuto ancora Laporte che ha spiegato al sito franceinfo: “Capisco chi al momento si vede scettico rispetto alla disputa del torneo, ma io credo che il Sei Nazioni si farà. Negli scorsi mesi abbiamo già organizzato l’Autumn Nations Cup e siamo pronti a rafforzare ancor di più i protocolli e i controlli. Il caso di Fiji è nella mente di molti, ma quello dimostra che se una squadra viene trovata con diverse positività viene estromessa dalla competizione”.
“Ogni nazione avrà un manager coordinatore che si dovrà occupare solo della situazione sanitaria legata ai controlli e alla gestione del protocollo. Ci adatteremo alle condizioni creando delle bolle vere e proprie: dobbiamo avere organizzazione e lungimiranza. Se ha funzionato con l’Autumn Nations Cup, funzionerà anche col Sei Nazioni”.
“Ognuno a casa sua”
In sintesi quindi, si può dire che l’obiettivo del Board del torneo è quello di giocare la kermesse regolarmente nella finestra tra febbraio e marzo. Ovviamente a porte chiuse, ma con la possibilità di far disputare a ogni squadra gli impegni casalinghi nel proprio stadio di riferimento da Twickenham all’Olimpico passando per il Principality Stadium, lo Stade de France, l’Aviva Stadium e Murrayfield
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