Il 36enne ex capitano dice basta con l’azzurro al termine di una carriera gloriosa, da 107 caps
Leonardo Ghiraldini, dopo una carriera gloriosa tra selezione nazionale e club, ha ufficialmente annunciato il proprio ritiro dal rugby internazionale, alla vigilia delle convocazioni per il Sei Nazioni 2021, in arrivo nella giornata di domani.
Il campione patavino, 107 Caps azzurri – il primo l’11 giugno 2006 in Giappone, sotto la guida di Pierre Berbizier, l’ultimo in Galles, il 5 dicembre 2020, ai comandi di Franco Smith – ,17 dei quali vissuti da capitano, vero leader by example, dentro e fuori dal campo, è stato uno dei pilastri della generazione azzurra formata dai ragazzi nati nei primi ’80 (della quale, dopo il ritiro estivo di Alessandro Zanni, solo Sergio Parisse è rimasto in attività) che ha saputo scaldare il cuore degli appassionati nei primi anni della decade dei ’10. Ghiraldini, tallonatore classe ’84, in nazionale ha dato un contributo massivo, raggiungendo vette di livello assoluto nel Sei Nazioni 2013, ed è riuscito ad andare oltre all’incredibile sfortuna che sembrava potergli precludere un addio sul campo.
L’ex Petrarca, però, è stato più forte del fato avverso, recuperando con orgoglio e dignità dal durissimo infortunio patito a Roma nel marzo 2019, contro la Francia, e tornando in azzurro – ben tre volte – per l’Autumn Nations Cup, 17 mesi dopo, prendendosi meritatamente il proscenio internazionale per l’ultima volta e dando un ultimo prezioso contributo di presenza e leadership ai tanti giovani selezionati e lanciati da Franco Smith.
Per lui, che ha avuto anche l’onore di indossare la prestigiosa maglia dei Barbarians ed è stato inserito nel XV ideale del decennio dal Pro14, in carriera (ha giocato con Padova, Calvisano, Benetton e all’estero da protagonista con Leicester – dal ’14 al ’16 – e Tolosa, dal ’16 al ’19), anche due scudetti, con Calvisano e Benetton, rispettivamente nel ’07/’08 e nel ’09/’10, ed un titolo di campione di Francia con Tolosa, nel ’18/’19, seppur infortunato nelle fasi finali del torneo transalpino. Il capitolo della sua esperienza pro ovale riservata ai club, tuttavia, potrebbe ancora non essersi chiuso, perché, nonostante sia attualmente svincolato, Ghiraldini ha lasciato ancora aperta una possibilità, benché piccola – con la priorità a famiglia e lavoro (laureato in economia, ha recentemente preso anche un master in Business Administration) -, di proseguire a giocare.
Le dichiarazioni di Leonardo Ghiraldini ai canali ufficiali della FIR, dopo l’annuncio ufficiale del ritiro dal rugby internazionale
“Ho sempre dato tutto me stesso per l’azzurro, dentro e fuori dal campo, consapevole che non fosse un diritto acquisito giocare per l’Italia, ma facendo il possibile per conquistarmi quel diritto. Ogni convocazione con la Nazionale l’ho considerata un’occasione unica e speciale, da vivere con tutta l’energia, la passione ed il rispetto possibile, perché questi momenti non sono mai scontati”, ha esordito il campione patavino, prima di descrivere le emozioni speciali dategli dall’indossare la maglia azzurra ad ogni livello.
“Ho rappresentato il mio Paese a ogni livello, dall’U16 a quattro edizioni della Coppa del Mondo. Ho avuto il privilegio di capitanare l’Italia in molte occasioni, di giocare in tutti i più importanti tornei dell’Emisfero Nord. Dopo l’infortunio del 2019 contro la Francia ho lavorato al massimo delle mie possibilità per tornare all’alto livello e meritare ancora una volta la chiamata con la Nazionale: ringrazio Franco Smith per avermi offerto l’opportunità, lo scorso autunno, di vestire l’azzurro ancora una volta e per la fiducia che mi avrebbe dato ancora nel Sei Nazioni che sta per prendere il via. Ora, credo sia il momento giusto per dare il mio addio al rugby internazionale, di ringraziare l’Italia, i miei compagni, gli allenatori che mi hanno permesso di giocare per tutto un movimento, i nostri incredibili tifosi per l’affetto che mi hanno dimostrato in questi anni e la mia famiglia per il fondamentale sostegno che mi ha garantito in questa lunga avventura. Lascio una piccola porta aperta al rugby giocato, ma è tempo per me di guardare oltre, al mio futuro professionale ed a quello della mia famiglia”, ha dettagliato il prima linea padovano.
“Ho condiviso la maglia del mio Paese con tantissimi giocatori di grande talento e con persone dall’importante spessore umano, con i quali abbiamo ottenuto vittorie che resteranno per sempre nei mio cuore, da quella del Flaminio contro il Galles nel 2007 alla doppietta con Francia e Irlanda nel Sei Nazioni 2013. Dico addio alla Nazionale con una certa commozione, quella maglia negli ultimi vent’anni ha rappresentato moltissimo per me. C’è un cambio generazionale che è già avvenuto da qualche tempo ormai e e sono tanti giovani interessanti che stanno prendendo il loro posto. Franco Smith ed il suo staff stanno dando loro un’identità precisa e gli strumenti per competere ad alto livello. Porterò sempre la maglia azzurra dentro di me – ha concluso Ghiraldini – ma è il momento che altri la indossino sul campo. E’ stato un viaggio meraviglioso e le emozioni vissute insieme a tutti voi le porterò con me per tutta la vita”.
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