Il neozelandese parla del momento difficile, e analizza il possibile futuro dei Leoni e del rugby italiano, sottolineando quello che secondo lui non va
Non è certamente un momento semplice quello che si sta vivendo in casa Benetton, tra risultati che non arrivano e rivoluzione tecnica in arrivo. Kieran Crowley lascerà la guida della squadra al termine della stagione, e questo con un anno di anticipo rispetto alla naturale scadenza del contratto. Ci sarà dunque un volto nuovo alla guida dei Leoni nel prossimo campionato, ma l’attuale head coach dei Leoni è deciso a non mollare fino all’ultimo centimetro prima di lasciare la sua carica. Parlando al Gazzettino di Treviso, il 59enne neozelandese ha raccontato come: “La dirigenza mi ha informato un paio di mesi fa della scelta di terminare anticipatamente il contratto, non è stata una sorpresa, e lo rispetto. Abbiamo ancora un lavoro da terminare, sia io che i giocatori vogliamo il meglio per questo club e ci impegneremo al massimo per svoltare un’annata fin qui da dimenticare. Sono affezionato a questi colori, a questa città, vorrei lasciare Treviso con un sorriso, tanto quello dei tifosi quanto il mio”.
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Sono tanti e diversi secondo Crowley i motivi della difficile situazione del Benetton, con molti infortuni che hanno falcidiato senza sosta soprattutto il reparto di mischia, e l’impossibilità di avere a disposizione il gruppo che stabilmente fa parte della rosa dell’Italia. E si che il Pro14 si era aperto con due prestazioni comunque solide, nonostante la sconfitta, contro Leinster e Ulster. Crowley ha sottolineato come sin da inizio stagione il Benetton abbia fatto molta fatica nel concretizzare le azioni portate nei 22 avversari, fallendo così la possibilità di vincere partite nelle quali c’era ampiamente la possibilità di prendere la posta piena in palio. Chiaro che questo abbia poi creato delle grosse difficoltà mentali, ma senza cercare troppe scuse, secondo Crowley la colpa è da dividere tra tutti gli elementi del gruppo squadra trevigiano.
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Parlando del futuro del Benetton, l’allenatore neozelandese ha così risposto riguardo al fatto di avere dei punti fermi sui quali puntare per l’immediato futuro: Penso che il Benetton abbia grandi talenti anche e soprattutto in ottica nazionale, cosi come le Zebre. Lamaro, Garbisi, Zilocchi e molti altri, il rugby italiano ha un’ottima base di partenza per guardare al futuro con speranza. Forse hanno ancora bisogno di avere giocatori esperti intorno, affinché possano scoprire alcune tecniche o carpire segreti che risulteranno molto utili per loro in futuro. Tra tutti mi viene in mente Duvenage che sta svolgendo ottimamente anche il ruolo di mentore oltre che di capitano. Una cosa che non mi piace del movimento italiano è la mancanza di fiducia nei confronti di certi giovani, costretti a fare avanti e indietro dalle due franchigie alle squadre della massima serie italiana. Per diventare Il migliore devi sempre allenarti con i migliori oltre che affrontarli in partita, ma comprendo allo stesso tempo che alcuni necessitino di più minuti di quelli che gli sarebbero concessi nei due top team italiani”.
Sul suo futuro, ha poi sottolineato come per ora la sua concentrazione sia tutta sul Benetton, poi dal termine della stagione Kieran Crowley penserà alle possibilità che gli si presenteranno.
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