L’head coach azzurro ha parlato al lancio virtuale del torneo, nella giornata odierna
A due giorni dall’ufficializzazione del gruppo – privo, per ragioni diverse, di elementi come Minozzi, Steyn, Polledri e Ghiraldini, recentemente ritiratosi dal rugby internazionale – dei convocati dell’Italia del Rugby, per il Sei Nazioni 2021, Franco Smith, capo allenatore della selezione azzurra, ha parlato alla conferenza stampa globale di lancio della competizione (in attesa di quella dedicata al pubblico italiano, in programma domani alle 12, live streaming anche su OnRugby), sviscerando diversi temi, a partire dalla necessità del ritorno alla vittoria, che, tuttavia, per il tecnico sudafricano non dovrà essere frutto di un exploit, bensì diventare un’abitudine consolidata.
“C’è grande aspettativa attorno al ritornare a vincere una partita, ma non vogliamo ottenere solamente un successo. Vogliamo avere consistenza, in termini di vittorie: vogliamo che il nostro sia un approccio che ci porti sempre ad avere un impatto sostenibile e significativo, non solamente una partita ben fatta. Questo è un nuovo inizio per il rugby italiano” – ha spiegato ai media l’ex Cheethas, proponendo una visione, ad ogni modo, anche ad ampio raggio -. “Nei prossimi 10-20 anni vogliamo crescere, portando alla ribalta un maggior numero di atleti internazionali di qualità. Ma non si tratta di un processo di un anno, o di un match. Vogliamo stabilire, lungo il percorso, standard di un certo tipo, tecnici e fisici, ed incoraggiare i giovani a raggiungerli e mantenerli”.
L’importanza di reggere la pressione
Migliorare negli ultimi 15’/20′, non solo sul piano fisico, ma anche in termini di gestione delle situazioni sotto pressione e delle emozioni conseguenti, deve essere il target, come già più volte sottolineato da Smith, per la selezione guidata da capitan Luca Bigi. “Ci siamo resi conto nell’Autumn Nations Cup, che quando vogliamo vincere troppo ed abbiamo la possibilità concretamente di farlo, commettiamo troppi errori verso la fine della partita. Iniziamo a guardare troppo a ciò che vogliamo invece di ciò che dobbiamo fare per ottenerlo. In queste situazioni serve essere concreti nelle nostre azioni e vincere, anche perché sono una persona molto competitiva, voglio vincere: dobbiamo toglierci questa fastidiosa scimmia della prima vittoria dalle spalle”; ha proseguito l’allenatore ex Benetton, chiudendo poi con un passaggio non banale, sulla vera, grande sfida che attende gli azzurri nei prossimi anni, e nei prossimi mesi.
“La nostra sfida più grande è quella con noi stessi: dobbiamo essere migliori in quello che facciamo, in ogni partita. Contro la Scozia, in ANC, sentivo di avere il controllo della gara, ma alla fine siamo stati affossati proprio dalla pressione della vittoria. Abbiamo commesso errori che non avremmo dovuto concedere. Dobbiamo diventare una squadra degli ultimi 20 minuti”.
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