Sei Nazioni 2021: che cosa ci hanno detto i primi due turni

Tanto è accaduto, ma alla fine non è cambiato (quasi) nulla: il punto di quello che è successo finora

Sei Nazioni 2021

Sei Nazioni 2021: il punto dopo i primi due turni – ph. Sebastiano Pessina

I primi due turni del Sei Nazioni 2021 sono stati pieni, stracolmi di accadimenti.

Abbiamo assistito a partite avvincenti, colpi di scena, tante mete spettacolari: in un periodo ancora travagliato per tante persone, essere coinvolti in una competizione sportiva così densa e coinvolgente è un vero e proprio lusso con il quale noi spettatori usciamo rinfrancati ed entusiasti.

In due fine settimana è successo di tutto, ma non è successo niente. Stringendo all’osso la questione, siamo sempre al punto di partenza: la Francia è favorita, ma l’Inghilterra è sulla sua strada, e la partita del quarto turno a Twickenham promette di decidere una bella fetta del Torneo.

Tuttavia, una sintesi così stringata racconta solo una parte di tutto quello che è passato sotto i nostri occhi e che ci portiamo a casa dalle prime due giornate del Sei Nazioni.

Leggi anche: La classifica del Sei Nazioni 2021 dopo le prime due giornate

Una competizione incerta

Delle sei partite giocate finora, quattro sono finite con uno scarto di 5 o meno punti. L’Italia non è al livello delle altre contendenti e lo sapevamo già alla vigilia del Torneo, ma mai come quest’anno le squadre sono state così vicine, dando vita a una competizione estremamente incerta.

Sebbene la Francia stia rispettando i pronostici, la sua prestazione in chiaroscuro di domenica a Dublino ha fatto capire quanto possa essere vulnerabile la squadra di Galthié, in particolar modo in trasferta.

Questo consente all’Inghilterra, nonostante due partite da leggere in negativo, di essere tutt’altro che fuori dai giochi. La squadra di Jones è terza, a tre punti dalla vetta del Torneo e ospiterà in casa la squadra più forte. Aspettarsi una crescita del XV della Rosa è più che legittimo: anche lo scorso anno partì con un passo falso, finendo per vincere il Torneo pur incartandosi un po’ nella partita contro l’Italia.

La partita contro il Galles della prossima giornata, il 27 febbraio al Principality Stadium, è il primo do or die per gli albionici, contro quella che è la sorpresa delle prime due giornate.

Il peso dei cartellini

I Dragoni di Wayne Pivac sono inaspettatamente a quota 9 punti. Hanno vinto due partite che parevano perse beneficiando di due cartellini rossi, uno contro l’Irlanda e uno contro la Scozia, che testimoniano la giusta e inevitabile maniacale attenzione dei direttori di gara ai colpi proibiti alla testa nei punti d’incontro.

Anche se Zander Fagerson può ritenersi sfortunato per aver colpito l’avversario probabilmente in maniera involontaria, visto il decisivo apporto di Hogg nell’alzare Wyn Jones, facendo finire la testa in rotta di collisione con la spalla del suo pilone, la decisione di mandarlo fuori è ineccepibile.

Il rosso è un deterrente necessario per far passare il messaggio che se per ottenere quel possesso una squadra è costretta ad utilizzare un giocatore lanciato da metri di distanza che va ad impattare nella zona alta del torso di un avversario, allora significa che quel possesso è ormai perso e l’azione pericolosa non vale il rischio corso, che poi coincide con il rischio di danni gravi a quell’avversario.

Nel breve termine, però, si rischia sicuramente di vedere qualche cartellino in più che cambierà drasticamente le partite: oggi i giocatori sono abituati a essere sempre e costantemente al limite in ogni raggruppamento, e non tutti i cartellini rossi dipendono semplicemente da un gesto intenzionale e cattivo, ma possono semplicemente derivare da un errore e in buona misura dal caso.

Nonostante la condivisione del primo posto nella classifica del Sei Nazioni 2021, questo Galles non ha però ancora convinto. Ha migliorato molto la parte difensiva, dove Gethin Jenkins è riuscito ad aver un impatto immediato da quando si è unito allo staff, ma in attacco il sistema di Pivac ancora non gira. I giocatori eseguono meccanicamente i dettami del gioco strutturato imposto a livello strategico, e nonostante alcune statistiche folli (6 mete segnate passando un totale di 148 secondi nei 22 metri avversari) finora il successo offensivo si deve soprattutto ad alcuni exploit individuali.

Nuove stelle e supernove

L’ala classe 2001 Louis Rees-Zammit è colui che più di altri ha colpito per i suddetti exploit nei primi due turni, segnando tre mete di cui l’ultima in particolare, con il calcetto a scavalcare per sé stesso, ha rubato occhi e cuori degli spettatori.

Di lui si sapeva già che sarebbe diventato una stella, il potenziale era chiaramente lì. Ora forse siamo arrivati al punto in cui il neo-ventenne si è trasformato da protostella alla sua sequenza principale, proprio come nell’evoluzione vitale delle stelle quelle vere.

A mettersi in mostra nei 160 minuti di Sei Nazioni 2021 giocati fin qui, però, sono stati anche altri giocatori. Diversi già affermati, che stanno tornando ad alzare il proprio livello di prestazioni in vista di una possibile chiamata di Warren Gatland nei Lions britannici per il tour in Sudafrica di quest’anno.

Stelle, insomma, che vogliono passare alla fase di gigante rossa, per rimanere nella metafora.

È il caso di uno Stuart Hogg che sta vivendo il suo momento migliore da circa quattro anni a questa parte. Dopo essere stato spaziale nel 2017 ed aver saltato il Tour per una gomitata di Conor Murray che gli fratturò il volto durante una partita contro le province neozelandesi, l’estremo della Scozia ha vissuto qualche stagione meno scintillante di recente. Quest’anno però sembra tornato il fenomeno che ha già dimostrato di essere.

In squadra con lui c’è un Hamish Watson che ad oggi rimarrebbe difficilmente fuori dal gruppo dei convocati nonostante la furiosa concorrenza in terza linea.

E poi c’è la supergigante rossa: Alun Wyn Jones. Il seconda linea del Galles ha spolverato l’abito buono per questo Sei Nazioni e anche se il sistema di gioco di Pivac non sembra calzargli particolarmente bene, l’intensità e la fisicità con cui sta affrontando il Torneo sono eccezionali considerando età e chilometraggio.

(Ci sarebbe poi da scrivere un libro su Antoine Dupont: da tanto tempo non si vedeva un giocatore capace di incidere così tanto sulle sorti di una partita. Anche in un incontro dove non è stato perfetto come quello di Dublino).

Infine, l’Italia

Una fotografia coerente degli Azzurri la restituiscono alcuni numeri di queste prime due giornate del Sei Nazioni 2021.

L’Italia ha segnato 3 mete, una in più dell’Irlanda e una in meno della Scozia. Ha un numero di clean breaks pari a quello dell’Inghilterra e superiore a Irlanda e Galles (14 contro, rispettivamente 11 e 10) e ha battuto più difensori del Galles (31 contro 23).

È terza per media di metri fatti per carica (3,5), seconda per numero di offloads (12) ed è la squadra che ha utilizzato meno il piede, calciando solo il 7% dei propri possessi.

Numeri che rispecchiano l’intraprendenza e il miglioramento qualitativo della fase offensiva azzurra, a cui fanno da contraltare le 13 mete subite (le altre squadre ne hanno subite nel complesso 17), il numero più alto di placcaggi sbagliati, la peggior percentuale al placcaggio (82%) e la seconda posizione per calci di punizione concessi (23, al pari del Galles, sintomo di una difesa che non riesce a essere efficace senza ricorrere a delle infrazioni).

In questo momento gli Azzurri sembrano avere nelle carte la possibilità di rendere la vita difficile a Irlanda e Galles, le prossime due squadre a visitare Roma.

La squadra di Andy Farrell è la delusione del Torneo fino a questo momento, nonostante abbia perso le due gare giocate per 5 e 2 punti solamente. La fase offensiva degli irlandesi è davvero poco efficace, specie in zona punti, e i problemi rimasti finora sotto la superficie in mediana sono ora emersi in tutta la loro magnitudine.

Il Galles, invece, come detto, sembra essere stato relativamente fortunato, fin qui.

Partiamo sfavoriti, ma non battuti. Per poter competere e ambire alla tanto bramata vittoria, però, servirà un ulteriore passo in avanti da parte degli Azzurri, specialmente sul lato difensivo.

Lorenzo Calamai

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