Il Racing 92 non rinnoverà il contratto con l’ala della nazionale francese, che ha un’offerta da Tolosa: storia di un giocatore turbolento
Teddy Thomas non giocherà più con il Racing 92. La squadra gli ha comunicato che non rinnoverà il suo contratto al termine della stagione.
Una storia lunga sette anni quella fra il 27enne nato a Biarritz e il club parigino, per il quale ha segnato 46 mete in 88 presenze. Una media grandiosa, che dimostra il grande talento offensivo che ha baciato Thomas, che ha segnato a grappoli anche con la Francia: 15 mete in 24 presenze.
Sulla classe del giocatore dubbi non ce ne sono mai stati, fin dai suoi esordi in maglia Biarritz Olympique, club con cui è cresciuto. Nel 2012, dopo i suoi esordi nel massimo campionato, viene selezionato dalla nazionale di rugby a sette insieme a Gael Fickou e Cristopher Tolofua.
I selezionatori gli offrono anche un contratto per rimanere stabilmente nel circuito sevens, ma Thomas rifiuta, rinnova con Biarritz e, quando questo cade in disgrazia e retrocede in ProD2, si trasferisce nella capitale, al Racing 92.
Prima di spostarsi a Parigi con la fidanzata, Thomas si mette a indagare sul proprio padre, che non ha mai conosciuto e che ha sempre desiderato ritrovare, ma senza esito. Di lui si sa che è nato a Bamako, in Mali, negli anni Cinquanta, e poi che è stato un calciatore professionista nel Saint Etienne e nell’Olympique Marsiglia.
La sua carriera era ormai terminata prima che nascesse suo figlio Teddy, a Biarritz nel 1993. Pochi mesi prima della nascita, però, sparì senza lasciare traccia di sé.
“Non voglio giudicarlo – ha detto una volta in un’intervista a Midi Olympique – Non conosco le circostanze dei fatti né gli alti e i bassi della sua vita e nemmeno, francamente, li voglio sapere.”
L’infanzia dalle parti di Biarritz non è stata una passeggiata: “Non ero un bambino facile: non mi piaceva la scuola, avevo problemi a concentrarmi in classe, ero iperattivo. E a dire il vero non riuscivo a rendermi conto della lunga lista di lavoretti che mia madre metteva insieme per riuscire a provvedere alla famiglia.”
Sul braccio sinistro, Thomas si è tatuato la parola ‘padre’, in latino, e a fianco il Mali, che risalta sullo sfondo del profilo del continente africano. Chissà se il fatto che le ultime tracce lasciate dal genitore conducessero verso i sobborghi di Parigi incise a suo tempo con la scelta di andare a giocare con il Racing.
Con i ciel-et-blancs ha avuto un rapporto di costanti alti e bassi: partito forte, si è guadagnato le prime presenze internazionali (con la Francia tripletta all’esordio contro le Fiji), poi una serie di infortuni lo hanno tenuto fuori in diverse circostante, quindi ha alternato sempre periodi di forma inarrestabile a turbolenze poco gradite dal club, ma anche in nazionale, vedi la vicenda Edimburgo.
Proprio ora che il suo ruolo in nazionale è tornato a farsi importante, utilizzato spesso da Galthié, il suo club ha invece deciso di poter fare a meno di lui e dei suoi oltre 20mila euro al mese di stipendio. Una decisione che collima con il fatto di non averlo schierato nella finale di Champions Cup contro gli Exeter Chiefs disputata la scorsa estate.
In campo, intanto, è il giocatore di sempre: un attaccante letale, rapidissimo, che però vive fasi di astrazione dal gioco che, inevitabilmente, lo spettatore interpreta come pigrizia, indolenza, come se non fosse del tutto coinvolto in quello che sta facendo. Un difetto che spesso accomuna quegli atleti a cui viene terribilmente naturale fare cose sensazionali sul campo.
Teddy Thomas è uno di quei giocatori, non tanti nel rugby, che hanno una signature move, un gesto tecnico che li caratterizza: per lui è il calcetto a scavalcare il diretto avversario, con annesso recupero e marcatura.
Alla finestra, per lui, c’è il Tolosa. I rouge-et-noirs stanno pensando di aggiungere l’ala ad un reparto già infarcito di talento, dove però libererà dello spazio il ritiro di Yoann Huget alla fine della stagione. Tuttavia, approdare sulle rive della Garonna significherebbe decurtarsi lo stipendio di almeno il dieci per cento, stando ai media francesi. E il club rossonero starebbe riflettendo sull’effettiva convenienza di portare a casa un altro internazionale sul quale non potrebbe contare durante il Sei Nazioni.
La palla, però, sarebbe soprattutto fra le mani di Teddy Thomas. Si tratterebbe di fare a meno di qualcosa per far parte di una delle squadre che stanno definendo l’epoca ovale contemporanea, e andare a costituire una belle linee arretrare potenzialmente più belle di sempre.
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