L’ex pilone azzurro, dice la sua sull’attuale momento della squadra di Franco Smith, facendo un confronto con le “sue” Nazionali
In una lunga intervista pubblicata oggi da TuttoSport, Andrea Lo Cicero dice la sua sul momento del rugby azzurro. Il “barone”, giocatore che in carriera ha raccolto 103 caps internazionali tra il 2000 e il 2013, ha risposto a tanti argomenti, passando dal rendimento della mischia, alla possibilità di chiamare alcuni ex-giocatori della sua generazione nello staff azzurro ed è intervenuto anche riguardo il lavoro che ha da fare nell’immediato Franco Smith.
Andrea Lo Cicero, parlando del tecnico azzurro, ha detto come secondo lui si debba lasciare a Smith il tempo di portare avanti le sue idee, e di come il sudafricano debba fare quasi più lo psicologo e il general manager che l’allenatore in senso stretto, con il suo staff che si ad occuparsi del lavoro “tecnico”.
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Lo Cicero ha poi fatto un raffronto tra l’attuale Nazionale italiana e quelle nelle quali ha giocato lui: “Le mie nazionali vincevano di più perché avevano fame, perché c’erano dei leader. Ho l’impressione che oggi molti azzurri si accontentino dell’ordinario: di un contratto da professionista e dello stipendio. Ai miei tempi l’ambizione era tutto e la Nazionale era un trampolino per andare nei più prestigiosi campionati europei. Quello spirito guerriero si è perso. L’Italia ha provato tutte le scuole: neozelandese, sudafricana, francese e britannica. Siamo stati colonizzati da idee che non ci appartengono. Non abbiamo il fisico degli Springboks (per fare un esempio ndr). Finora solo John Kirwan, tra i vari ct, ha capito che per rendere al massimo dobbiamo giocare da italiani, non ingabbiati in troppi schemi ma più liberi di poter inventare”.
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