Il giovane mediano di mischia ha impressionato nei 18 minuti giocati: respira rugby fin dall’infanzia
Nella comoda vittoria dell’Irlanda sull’Italia nella terza giornata del Sei Nazioni 2021, l’head coach degli ospiti Andy Farrell ha permesso a due giocatori di esordire con la nazionale maggiore.
Il primo è Ryan Baird, seconda linea del Leinster con un fisico imponente supportato da un atletismo fuori dal comune. Il secondo è Craig Casey, mediano di mischia classe 1999 del Munster, già da un paio d’anni episodicamente coinvolto con la franchigia di Limerick, che quest’anno ha raccolto 8 presenze da titolare in Pro14.
Con Murray infortunato e la sostanziale rinuncia ai talenti di John Cooney e Kieran Marmion, Andy Farrell si è indirizzato verso il giovane numero 9, che ha colto alla grande la sua occasione disputando 18 ottimi minuti nel finale di partita a Roma dopo essere rimasto a guardare dalla panchina gli interi 80 minuti di Francia-Irlanda.
Per coronare la sua prestazione ha ricevuto anche le pubbliche lodi in conferenza stampa di un Jonathan Sexton quanto mai gioviale e a suo agio nell’occasione, nonostante le modalità virtuali con cui si è tenuto l’incontro fra il capitano dell’Irlanda e la stampa.
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Dopo aver rivelato che in allenamento sta provando anche da primo centro (“È una possibilità che lo staff sta studiando”) e riconosciuto le qualità di Franco Smith (“Ogni volta che ho giocato contro una sua squadra, che fosse l’Italia o il Benetton, sono sempre stato messo alla prova”), l’apertura di Leinster è stata interpellata sugli esordienti di giornata, sbilanciandosi in maniera inconsueta per i suoi standard.
“Onestamente non conoscevo bene Craig Casey – ha detto il numero 10 – Non avevo mai giocato con lui, ma quello che mi ha colpito è la sua attitudine al lavoro: non credo di aver mai incontrato qualcuno con una mentalità del genere, mi ricorda quello che ho letto di Jonny Wilkinson, è l’unica persona a cui posso compararlo”.
Il riferimento è all’ossessione per la perfezione dell’ex apertura dell’Inghilterra campione del mondo: “È d’ispirazione per il resto del gruppo e perfino per me, a questo punto della mia carriera. Mi piace essere l’ultimo ad uscire dal campo di allenamento, ma con Craig in giro è impossibile.”
Casey è nato a Limerick ed è cresciuto respirando rugby in ogni singolo momento della propria vita. Nipote dell’ex trequarti dello Shannon e del Munster Mossy Lawler, che oggi allena la under 20 del Connacht, il mediano di mischia ha ricevuto i complimenti speciali di un grande ex del Munster e dell’Irlanda, Peter Stringer.
Stringer ha infatti postato su Twitter una foto di una decina di anni fa in cui tiene in braccio un giovanissimo Craig Casey.
Congrats @CraigCasey9 on your @IrishRugby debut yesterday??First of many caps. N.B Photo taken before lockdown pic.twitter.com/g01IKf7oMG
— Peter Stringer (@stringer9) February 28, 2021
Non è stato l’unico a ricordare il Casey bambino comparire spesso dalle parti del Thomond Park. L’ex terza linea Alan Quinlan, oggi commentatore, ha ricordato: “L’ho tenuto in braccio da bambino”, mentre sui social è apparsa un’altra fotografia in compagnia di Anthony Foley, il numero 8 e poi head coach del Munster prematuramente scomparso.
Complice questa precoce esposizione a una crescita a pane e palla ovale Casey è ben presto diventato uno dei giovani più interessanti del panorama irlandese, malgrado le sue dimensioni fisiche estremamente contenute (non arriva al metro e 70).
Sebbene debba migliorare nel gioco al piede e dimostrare di essere affidabile in fase difensiva, Casey porta un bagaglio di energia enorme al gioco, con la sua iperattività e l’estrema precisione e rapidità nel passaggio.
Nel 2019 ha vinto il Grande Slam al Sei Nazioni under 20 insieme a Harry Byrne, segnando anche una doppietta contro l’Italia. Oggi è una delle speranze più solide per il rinnovo generazionale al quale la nazionale in verde dovrà andare incontro.
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