Un passo importante per i medici e per tutelare sempre di più i giocatori
Il rugby e le concussion: un tema sul quale in questi anni il mondo ovale sta cercando di progredire per limitare al massimo le conseguenze dei traumi cranici ai danni dei giocatori. Ora, dal mondo della medicina, potrebbe arrivare un nuovo aiuto.
Concussion: dei test salivari potrebbero aiutare a capire quando ne si subisce una
Secondo quanto riporta BBC Sport infatti, i ricercatori avrebbero scoperto – dopo l’analisi su 156 casi di concussion capitati nella Premiership inglese, fra il 2017/2018 e il 2018/2019 – degli agenti del DNA, presenti nella saliva, che sono in grado di far capire, con un’attendibilità del 94%, se un rugbysta ha subito o non ha subito una concussion.
L’evoluzione
A parlare della cosa è il professor Antonio Belli, medico italiano che lavora nel Regno Unito, specialista di neurologia: “Se penso a un giocatore che dopo aver subito una concussion viene portato via per essere eventualmente sottoposto a un test salivare mi viene in mente qualcosa di importante e per certi versi rivoluzionario, anche se so che la cosa attualmente non potrebbe essere immediata”.
Alle sue parole hanno fatto eco quelle del responsabile medico della RFU: “Sappiamo su che area delicata andremmo a intervenire, ma l’idea che portando un giocatore nell’infermeria dello spogliatoio potremmo da subito capire se ha subito una concussion o no è, a suo modo, entusiasmante”.
“Si tratterebbe di un passo avanti importante anche perchè si parlerebbe di qualcosa di non invasivo, di abbastanza facile da far avere a tutti gli staff medici e di un kit oggettivo e preciso”.
Una “breccia” è stata aperta, nei prossimi mesi gli studi continueranno sia nell’esaminazione dei casi sia nello sviluppo dei kit per cercare di far arrivare questo strumento al più presto a tutto il mondo ovale.
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