La casella vittorie non è mai rimasta vuota in undici anni. Una missione disperata a Glasgow
Dal 2010, anno in cui il Benetton si è presentato per la prima volta sul palcoscenico dell’allora Celtic League, non è mai accaduto che i biancoverdi rimanessero a digiuno per un campionato intero.
Anche nella stagione terribile dell’ultimo posto in classifica, nel 2015/2016, i Leoni avevano comunque battuto i Dragons, Connacht e i Cardiff Blues.
Di sicuro la stagione 2020/2021, per quanto accorciata a sole sedici gare dalla decisione di intraprendere subito la via sudafricana con la Rainbow Cup, rimarrà negli annali come la peggiore campagna celtica della squadra di Treviso, che a Glasgow si riesca o no a riempire finalmente la casella delle vittorie.
L’impresa è ardua: non solo per il modo in cui arrivano queste due squadre a giocare un recupero dell’undicesima giornata di campionato che nulla ha da dire, e che si gioca addirittura a poche ore dalla finale dello stesso torneo, ma anche perché il Benetton delle ultime giornate ha mostrato di essere una squadra incapace, anche al massimo delle proprie volontà, di reggere 80 minuti contro qualsiasi opposizione.
Per di più, continuerà ad essere orfano di gran parte dei propri giocatori migliori, nonostante l’iniezione di Azzurri in arrivo soprattutto nel pacchetto di mischia. Capitan Sgarbi continuerà ad essere adattato in terza linea, e Favretto ad interpretare il ruolo di terza centro.
Per rimanere in partita il Benetton avrebbe bisogno di aggiustare diverse cose, su entrambi i fronti del gioco, ma la priorità per provare a giocarsela dev’essere quella di serrare le fila in difesa e concedere il meno possibile dal punto di vista della disciplina, un terrificante tallone d’Achille delle ultime prestazioni. Il talento e la struttura offensiva per combinare qualcosa con il pallone c’è, anche se pure lì servirebbe un giro di vite in quanto a efficienza del possesso.
Glasgow, da par suo, non sembra una squadra irresistibile, orfana dei propri internazionali. Ha dalla sua il fattore campo e una maggiore serenità e fiducia, cruciali in partite come quelle di fine campionato dove ormai non conta più niente.
Una vittoria per la franchigia italiana, d’altra parte, servirebbe proprio a rimettere in piedi quel minimo di fiducia necessaria ad andare ad affrontare un percorso nelle coppe europee che il sorteggio ha reso benevolo: combinare qualcosa di importante in quel frangente sarebbe il miglior modo di ringraziare Crowley per gli anni alla guida, provando un po’ a dimenticare questo Pro14 disastroso.
Glasgow Warriors: 15 Oli Smith, 14 Ratu Tagive, 13 Nick Grigg, 12 Robbie Fergusson, 11 Lee Jones, 10 Ross Thompson, 9 George Horne, 8 TJ Ioane, 7 Fotu Lokotui, 6 Kiran McDonald, 5 James Scott, 4 Richie Gray, 3 Enrique Pieretto, 2 Fraser Brown, 1 Aki Seiuli.
A disposizione: 16 Johnny Matthews, 17 Dylan Evans, 18 D’arcy Rae, 19 Hamish Bain, 20 Thomas Gordon, 21 Sean Kennedy, 22 Ian Keatley, 23 Nikola Matawalu
Benetton Rugby: 15 Edoardo Padovani, 14 Ratuva Tavuyara, 13 Joaquin Riera, 12 Marco Zanon, 11 Angelo Esposito, 10 Tommaso Allan, 9 Luca Petrozzi, 8 Riccardo Favretto, 7 Manuel Zuliani, 6 Alberto Sgarbi, 5 Federico Ruzza, 4 Niccolò Cannone, 3 Marco Riccioni, 2 Gianmarco Lucchesi, 1 Thomas Gallo.
A disposizione: 16 Corniel Els, 17 Derrick Appiah, 18 Ivan Nemer, 19 Nicola Piantella, 20 Eli Snyman, 21 Charlie Trussardi, 22 Jayden Hayward, 23 Tommaso Benvenuti
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