L’ex fischietto internazionale ha fornito la sua versione dei fatti in merito ai tanti cartellini rossi estratti nel torneo
Il Sei Nazioni 2021 è finito, ma l’eco di uno dei tornei più appassionati degli ultimi anni non si è ancora spento. Numerose sono state le annotazioni prese dagli addetti ai lavori, sotto tutti i punti di vista: dall’evoluzione del gioco, alla fisicità delle gare, sino ad arrivare al metro arbitrale.
Un torneo più “cattivo del solito” che ha fatto registrare ben 5 cartellini rossi in un totale complessivo di 15 partite. Un numero elevato che Nigel Owens, al sito ufficiale di World Rugby, ha voluto commentare esponendo il suo punto di vista.
Nigel Owens ha commentato il Sei Nazioni dal punto di vista arbitrale
“Devo dire – ha ammesso l’ex fischietto internazionale gallese – che in almeno tre circostanze, se non in quattro, mi sono trovato d’accordo col provvedimento (di espulsione, ndr) preso dall’arbitro sul campo”.
Poi continua: “Questo torneo qui in Galles è stato memorabile, ma è chiaro che il Sei Nazioni 2021 verrà ricordato anche per il numero di rossi estratti dai miei colleghi”.
Sull’espulsione comminata a Finn Russell, negli ultimi minuti di Francia-Scozia fa sapere: “Da portatore di palla, alzare un braccio in quella maniera sai già che può portarti a un contatto in una zona “pericolosa” del corpo del tuo avversario. Lui inoltre, secondo il mio modesto parere, è stato anche un po’ sfortunato: perchè ha trovato contro un giocatore che gli si è parato in posizione totalmente verticale, probabilmente non ha fatto in tempo a modificare la sua dinamica di corsa”.
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In generale: “Si è tracciata una strada, ma è importante per il bene del gioco che tutti gli accorgimenti apportatati si estendano dal livello internazionale a quello provinciale e di base. Gli atti di antigioco, inoltre, devono essere puniti col cartellino rosso. L’obiettivo a lungo termine è quello di migliorare il comportamento dei giocatori in campo”.
Infine una battuta: “Ho visto l’esultanza di Stuart Hogg a Parigi al termine della partita e ho collegato il tutto: voleva dire che anche l’intero Galles stava festeggiando”.
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