A Doncaster finisce 52-10. Le Red Roses conquistano il punto di bonus in 35′ contro una Scozia che ha comunque mostrato grandi miglioramenti
Le Red Roses campionesse in carica (reduci da due Grand Slam consecutivi) debuttano oggi a Doncaster contro la Scozia nel Sei Nazioni Femminile. L’edizione 2021 del Torneo femminile si gioca con un format rivoluzionato, con le sei nazioni divise in due gruppi e, per la prima volta, un Super Saturday come giornata finale con gli accoppiamenti decisi dalla posizione in classifica al termine della fase a gironi.
Inghilterra e Scozia sono inserite nella Pool A con l’Italia, che deve attendere una settimana in più prima di fare il suo debutto (previsto settimana prossima a Parma proprio contro le Red Roses).
La gara, considerando le forze in campo (nove giocatrici sotto contratto per la Scozia, un gruppo di pro per l’Inghilterra) e i precedenti recenti (l’ultimo scontro, giocatosi al BT Murrayfield nel febbraio 2020, si chiuse 0-53) sulla carta ha un pronostico piuttosto scontato ma, come ricordato più volte in settimana, le condizioni esterne e l’impossibilità di giocare partite ufficiali negli ultimi mesi possono cambiare le carte in tavola.
Le Red Roses partono subito forte (ispirate dalle avanzate di Poppy Cleall) e la Scozia riesce a tenere a bada la loro intraprendenza per nove minuti, prima di capitolare al termine di un’azione in cui le avanti in Bianco sono protagoniste e chiusa da Marlie Packer.
Il gioco al piede della Scozia è piuttosto deficitario e non riesce ad alleggerire la pressione portata dalle avversarie che poco dopo passano ancora. Ward porta l’ovale sui 5m scozzesi e Riley, mediana di mischia delle Harlequins, aggira la ruck andando oltre la linea.
Sotto 12-0, la Scozia si scuote, entra per la prima volta nei 22m avversari e dopo qualche fase trova i primi punti (Nelson dalla piazzola). L’Inghilterra non si scompone e, anche aiutata da un’ingenuità scozzese, trova la piattaforma giusta per la terza meta con Lark Davies che, con il lancio della penal’touche, avvia e chiude l’azione oltre la linea scozzese.
La Scozia si ributta in attacco ma stavolta esce dai 22m avversari subendo il colpo del KO. Dopo qualche fase in cui viene messa sotto pressione, la difesa inglese recupera l’ovale e la ripartenza delle Red Roses è letale. La Scozia prova in ogni modo a rallentare l’avanzata ma Bryony Cleall riesce comunque a marcare la meta del bonus offensivo.
Lisa Thomson, pescata dalla direttrice di gara, Aurelie Groizeleau, a non rotolare via dalla ruck, finisce nel sin-bin e nell’azione successiva Breach, recuperato l’ovale poco fuori i 22m scozzesi, trova una linea di corsa perfetta che si chiude solo oltre la linea avversaria.
Scarratt, capitana di giornata in assenza di Sarah Hunter (oggi impegnata a portare l’acqua alle compagne) trasforma entrambe le mete per il 33-3 con cui le squadre vanno a riposo.
Nella ripresa, la gara è ormai decisa ma entrambe le squadre continuano a giocare. Al 43′ Rowland marca la sesta meta inglese (bella azione avviata dall’avanzata di Breach) ma qualche minuto dopo le padrone di casa restano in inferiorità (Poppy Cleall va nel sin-bin per scorrettezza in ruck).
La Scozia spinge, trova tre punizioni consecutive nei 22m avversari e al 55′ va in meta con Hannah Smith (Nelson trasforma per il 40-10), prima che l’Inghilterra si trovi addirittura in 13 al 57′ quando Lark Davies va con la spalla a contatto con la testa di Siobhan Cattigan in avanzamento.
Si entra nell’ultimo quarto di gara con la Scozia in crescita, in termini di fiducia e, di conseguenza, di gioco prodotto mentre l’Inghilterra continua ad essere troppo nervosa e costringe Groizeleau a richiamare di nuovo Scarratt.
A finire però fuori dal campo, al 63′, è Molly Wright che va a contatto diretto con la testa di Cornborough. Joy Neville richiama la direttrice di gara che, rivista l’azione sullo schermo, decide che stavolta non ci sono “mitigating factors” e mostra il rosso all’avanti della Scozia.
La gara non ha più nulla da dire in termini di risultato e di punti in classifica ma le due squadre, anche con i numerosi cambi effettuati nei minuti finali, onorano la sfida al meglio cercando di mettere in campo il loro gioco e dare ulteriori informazioni ai rispettivi staff tecnici.
Poppy Cleall va in meta al 71′ (45-10) e quattro minuti dopo è un intervento della TMO, Joy Neville, a negarle la doppietta per un in-avanti. Al 78′ l’Inghilterra riceve anche una meta tecnica per affossamento di una maul, meta che oltre a portare il passivo oltre cinquanta punti, vede la Scozia chiudere in 13 per il giallo mostrato a Louise McMillan.
Finisce 52-10, per le Red Roses la vittoria che volevano (Poppy Cleall player of the match), per la Scozia una sconfitta più pesante di quanto detto dal campo e tanti aspetti positivi su cui lavorare.
Inghilterra: 15. Sarah McKenna 14. Lydia Thompson 13. Emily Scarratt (C) 12. Lagi Tuima 11. Jess Breach 10. Helena Rowland 9. Leanne Riley 1. Vickii Cornborough 2. Lark Davies 3. Bryony Cleall 4. Abbie Ward 5. Cath O’Donnell 6. Zoe Aldcroft 7. Marlie Packer 8. Poppy Cleall
A disposizione: 16. Amy Cokayne 17. Detysha Harper 18. Shaunagh Brown 19. Harriet Millar-Mills 20. Vicky Fleetwood 21. Claudia MacDonald 22. Megan Jones 23. Ellie Kildunne
Marcatrici Inghilterra
Mete: Packer (9′), Riley (17′), Davies (27′), B. Cleall (35′), Breach (37′), Rowland (43′), P. Cleall (71′), meta tecnica (78′)
Trasformazioni: Scarratt (10′, 28′, 36′, 38′, 44′)
Punizioni:
Scozia: 15. Chloe Rollie, 14. Rachel Shankland, 13. Hannah Smith,12. Lisa Thomson, 11. Megan Gaffney, 10. Helen Nelson, 9. Mairi McDonald, 1. Leah Bartlett, 2. Lana Skeldon, 3. Christine Belisle, 4. Emma Wassell, 5. Louise McMillan, 6. Rachel Malcolm (c), 7. Rachel McLachlan, 8. Siobhan Cattigan
A disposizione: 16. Molly Wright, 17. Panashe Muzambe, 18. Lisa Cockburn, 19. Evie Gallagher, 20. Jodie Rettie, 21. Jenny Maxwell, 22. Sarah Law, 23. Liz Musgrove
Marcatrici Scozia
Mete: Smith (54′)
Trasformazioni: Nelson (55′)
Punizioni: Nelson (22′)
Matteo Mangiarotti
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