Campagne acquisti faraoniche, grandi nomi ma risultati che stentano ad arrivare alla corte di Mohed Altrad
L’Italia del rugby riscopre la febbre del sabato sera: alle 21:00 del prossimo 10 aprile il Benetton diventerà la prima squadra italiana a scendere in campo in un quarto di finale di una coppa europea.
Un traguardo ottenuto con merito e un pizzico di fortuna, pescando la più abbordabile delle avversarie in Agen negli inediti ottavi dello scorso fine settimana. Adesso c’è la possibilità di scendere in campo per guadagnare qualcosa che entrerebbe con lustro ancora maggiore nel libro dei record: dopo essere stati la prima squadra italiana a centrare i playoff nella lega celtica e ai quarti di una coppa europea, i biancoverdi potrebbero essere i primi ad approdare ad una semifinale.
L’avversario toccato in sorte al Benetton è particolare: il Montpellier Hérault Rugby è per certi versi lo sfidante migliore e per altri uno dei peggiori che potesse capitare. Ecco perché.
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Il passato e il presente del Montpellier
Club nato a metà degli Anni Cinquanta e rimasto nella seconda fila delle società francesi fino al Nuovo Millennio, il Montpellier accede al rugby che conta all’inizio dei Duemila, ma la vera e propria svolta avviene nel 2011, quando la società viene acquisita dall’attuale presidente, Mohed Altrad, miliardario imprenditore del mondo delle costruzioni.
Altrad è un personaggio carismatico: è nato in Siria in estrema povertà, figlio di una donna violentata e poi ripudiata dal padre, cresciuto dalla nonna a Raqqa, ha costruito da solo la propria fortuna. Il suo avvento significa soprattutto una immediata disponibilità economica importante per il Montpellier, club della città che lo ha adottato e di cui oggi Mohed Altrad è consigliere comunale.
Proprio nel 2011 Montpellier va vicino alla conquista del campionato francese, fermato in finale dal Tolosa. Negli anni successivi la squadra arriverà due volte in semifinale di Top 14 (2014 e 2016), vincerà la Challenge Cup (2016) e sarà ancora finalista (2018), stavolta battuta da Castres dopo aver dominato la stagione regolare.
La linea conduttrice del club prevede di affiancare ai diversi talenti emersi nel club (Fulgence Ouedraogo, Kelian Galletier, Mohamed Haouas, Arthur Vincent) i migliori profili del rugby mondiale. Negli anni da Montpellier sono passati Aaron Cruden, François Steyn, Agustin Creevy, René Ranger, Nic White, Nemani Nadolo, solo per citarne alcuni provenienti dall’altro emisfero.
Tutto questo non è bastato, però, per portare a casa il tanto bramato Bouclier de Brennus, né per riuscire a esprimere granché in Champions Cup. Anzi, dopo il titolo sfiorato nel 2018 le ultime tre stagioni non sono andate esattamente alla grande: nel 2018/2019 la squadra è stata eliminata ai gironi in Champions e al primo turno dei playoff dal Lione in una stagione senza troppe luci né ombre, chiusa al sesto posto in stagione regolare; nel 2019/2020, prima dell’interruzione del campionato, la squadra era deludentemente ottava in campionato, con 6 vittorie, 3 pareggi e 8 sconfitte e ancora una volta fermata ai gironi in Europa.
In questa stagione le cose stanno andando ancora peggio: la squadra è undicesima, a 8 punti dalla zona retrocessione dalla quale è riuscita ad innalzarsi solo nelle ultime settimane grazie a tre importanti vittorie consecutive contro Agen, Clermont e Tolosa.
La stagione è stata piuttosto disastrosa. Dopo aver perso 5 delle prime 8 gare, Montpellier ha infilato 7 sconfitte consecutive a cavallo tra il 2020 e il 2021 che li ha relegati a lungo in fondo alla classifica della massima serie. L’allontanamento a novembre del tecnico degli avanti Pierre-Philippe Lafond e, soprattutto, quello del tecnico Xavier Garbajosa a gennaio, sembrano aver dato una scossa all’ambiente.
La situazione ad oggi è relativamente più tranquilla: il pericolo retrocessione sembra scampato, anche se con ancora 6 giornate da giocare non è il momento per tirare i remi in barca. La Challenge Cup potrebbe rappresentare l’occasione per portare a casa qualcosa da un anno altrimenti terribile sotto tutti i punti di vista.
Montpellier, gli effettivi
Se ci si limita a scorrere i nomi della rosa di Montpellier l’impressione è quella di una collezione di talenti con pochi pari.
In prima linea c’è il pilone della nazionale francese Mohamed Haouas, prodotto del club, e l’esperienza di due tallonatori come Bismarck du Plessis (37 anni) e Guilhem Guirado (35). In seconda il gigante Paul Willemse, in terza tre giocatori sempre ai margini della nazionale francese come Yacouba Camara, Kelian Galletier e Fulgence Ouedraogo.
In mediana Cobus Reinach, ex metaman della Premiership a Northampton, avrebbe dovuto far coppia col connazionale Handré Pollard, ma il numero 10 si è infortunato a inizio stagione e ne avrà ancora per un po’. Durante la stagione lo hanno rimpiazzato a diverse riprese Anthony Bouthier, il 18enne Louis Foursans-Bourdette e il nuovo acquisto Alex Lozowski.
L’ex Saracens si sta rivelando decisivo nella ripresa della squadra ed è uno dei candidati al premio Giocatore del mese di marzo del Pro14.
La backline è completata dai nomi eccellenti dall’ex Springbok Jan Serfontein, dal giovane centro della Francia Arthur Vincent, dal collega di nazionale Vincent Rattez e dall’esperto Johan Goosen.
Montpellier, insomma
Grandi nomi, tanti investimenti economici dispendiosi, ma una carenza di risultati importante. Se il Benetton avesse dovuto affrontare il Montpellier un paio di mesi fa, avrebbe trovato sicuramente una squadra più disposta a farsi battere, una compagine sfiduciata in crisi di risultati e con la necessità di fare punti in campionato.
Oggi invece les cistes sono usciti dalla fase più nera della crisi. Resta da vedere quanto possa ingolosire la Challenge Cup, ma la sfida casalinga della settimana scorsa contro i Glasgow Warriors, giocata con tutti i migliori in campo, testimonia la volontà di giocarsi il torneo fino in fondo.
Montpellier è una formazione estremamente fisica, che gioca un rugby meno propositivo di quello di tante altre compagini francesi ma che diventa difficile da affrontare per l’intensità del confronto che portano in campo. Nonostante la brutta posizione di classifica, la squadra dimostra una tenuta difensiva niente male, avendo la quarta miglior difesa del campionato francese. In stagione, per intenderci, ha subito gli stessi punti del Racing 92 e del Clermont.
Per il Benetton si preannuncia una sfida che può essere alla portata soprattutto sei i Leoni giocheranno una partita nella quale non sono i peggiori avversari di sé stessi. Nelle ultime stagioni i biancoverdi hanno dimostrato di poter essere all’altezza di avversari di questa caratura, ma per riuscirci serve uno scarto attitudinale e psicologico rispetto alle ultime uscite. Se avverrà, la gara dell’Yves du Manoir potrà essere una vera battaglia tra due pack che amano le scontro diretto, con la franchigia italiana che potrà giocarsi le sue carte per arrivare ad un traguardo storico.
Lorenzo Calamai
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