Cosa ci fa la nazionale tongana di rugby in un pub di una piccola cittadina inglese? Mangia e beve. Non necessariamente poco.
L’Anonima Piloni vi racconta di quando la nazionale tongana, che si stava preparando per la Coppa del Mondo del 2007, decise di andare in libera uscita e di sconvolgere il concetto di “porzioni abbondanti”.
“Fusion Inn, Shannon’s speaking, how can I help you?”
“Vorremmo prenotare un tavolo per cena, siamo in trenta. Abbondanti.”
“E dove la trovo io tutta quella roba?”
Lymington è una cittadina portuale inglese, estremo sud dell’isola, ad un colpo di binocolo dalla Francia. Quindicimila abitanti, tanti turisti, che è pur sempre un porto, e la New Forest è pur sempre ad un tiro di schioppo. Due squadre di rugby, una di calcio a livello dilettantistico, nel palmarés cittadino un dj di un certo livello europeo negli anni ’90 (Adamski), qualche giocatore di cricket e una storia ovale di quelle che vengono letteralmente da un altro mondo.
Una storia di quelle che piacciono, di quelle che ci strizzano l’occhio in una serata un po’ così, di quelle che forse ti fanno addormentare meglio o di quelle che ti fanno sentire meno solo e triste mentre butti giù l’ennesima birra al pub.
Perché sono le storie che vorresti ti capitassero attorno proprio mentre sei al bancone di un pub in una silente cittadina di 15000 abitanti. Così, giusto per spezzare la monotonia del Fusion Inn, tipico pub inglese che se lo guardi da fuori sembra una casetta piccola così. Non aspettatevi niente di che, è un locale tranquillo, ci sono due o tre tipi di birra, una decina di piatti, servizio nella media.
C’erano, meglio, perché il pub ha ad oggi cessato l’attività.
Shannon, che in quell’agosto del 2007 del Fusion Inn è il proprietario, capisce al volo che la situazione va gestita come si deve. Perché riguarda tutta la lista del cibo ordinato, la rilegge, si fa un paio di conti. E immediatamente chiama qualche agenzia di lavoro, ha bisogno di un cuoco. Meglio due. E almeno altrettanti camerieri. Meglio tre. Cavolo, di solito per di qua passano sportivi ad affogare l’acido lattico degli allenamenti, ma questi qua chi sono?
“Questi qua” sono una trentina di ragazzi di stanza a Bournemouth. Ragazzi…ragazzoni, meglio.
È la fine di agosto dell’anno ovale 2007 e la simpatica combriccola ha bisogno di quelle due calorie per tirare avanti qualche sera in più, i ragazzoni devono andare in Francia di lì a poco, hanno una commissione che durerà un mesetto.
Eh, nemmeno dovessero andarci a piedi.
Nope. I ragazzoni in questione vengono da lontano, meglio, dall’emisfero opposto. Dalle loro parti si fanno chiamareʻIkale Tahi, che significa Aquile di Mare, e dopo aver indossato una maglia rossa, quella della Nazionale tongana, non sono poi così pacifici come quando escono in libera uscita. Diventano cattivi, durissimi, tosti. E non sai mai cosa possano riservarti nell’azione, nella fase successiva. Imprevedibili, matti da legare. Poi, quando l’arbitro fischia, tornano i compagnoni di sempre. Birra, cibo, danze. Ma per quegli 80 minuti non è cosa. Ecco, al Fusion Inn, quella casetta piccola così a Lymington, arrivano trenta armadi a muro con una discreta fame e una discreta voglia di spaccare il mondo in Francia, alla Coppa del Mondo. Si siedono al tavolo, Shannon e gli altri avventori si godono lo spettacolo.
Al fischio finale, ossia quando tutti si alzano da tavola, lo score è il seguente: 30 polli arrosto, 27 chili di carne d’agnello, altri 27 di roast-beef, 14 chili di pasta, altrettanti di insalata di patate, 40 litri di succo d’arancia (niente alcool, sono pur sempre atleti!). Fanno 8500 calorie a testa in due ore di cena.
Per fare un paragone, il fabbisogno giornaliero di un essere umano si aggira sulle 2200. Giornaliere.
Gli altri avventori del locale a dir la verità si sono lamentati un po’ con Shannon. Ma non del casino, non dei ragazzoni, che sono disponibili alle foto e agli autografi, uno più buono e tranquillo dell’altro. No, non per questo. Alcuni si sono lamentati perché quando i ragazzoni si alzavano e passavano davanti alla finestra (anche questa piccola così) oscuravano la luce proveniente dall’esterno.
Sembra però che nessuno si sia alzato per lamentarsi direttamente con i trenta.
Anche perché 8500 calorie a testa, se convogliate nel modo giusto, a cazzotti sono lunghe da smaltire.
Ma le smaltiranno, e anche bene. Perché al Mondiale si battono bene: sconfiggono i samoani e gli americani, mettono alle corde gli Springboks forse più forti e cattivi degli ultimi anni. Si fermano solo davanti ad un Jonny Wilkinson inverosimile nel far capire a tutti che il rugby è sì uno sport di squadra, ma che i poteri taumaturgici ce li hanno solo due o tre giocatori nel mondo. Arriveranno terzi nel girone che porterà ai quarti le due finaliste. Difficile fare di meglio, al momento. Ma nel dubbio, se Shannon o chi per lui riesce ad organizzare il tutto, si potrebbe fare una bella cena al Fusion, così, per vedere chi la spunta. A birra e salsicce, come insegnavano Terence Hill e Bud Spencer, e come ora forse sta facendo quest’ultimo là nell’alto dei cieli, con San Pietro o chi per lui. Solo, avvertite gli altri avventori che Eben Etzebeth è leggermente meno gentile dei tongani.
Birra (e succo d’arancia) su per le Aquile.
E allargate porte e finestre, se avete un pub. Non si sa mai chi varcherà quella porta. Un ex proprietario di un pub di Lymington (perché il Fusion Inn non esiste più), un marinaio giramondo e sciupafemmine, uno squadrone di tongani.
Bisogna sempre farsi trovare pronti.
Cristian Lovisetto – Anonima Piloni
Tutte le precedenti puntate di Anonima Piloni le trovate qui.
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