La veterana azzurra ha parlato in conferenza stampa, a pochi giorni dalla sfida alla Scozia
Nel consueto appuntamento stampa virtuale del martedì pomeriggio, direttamente dal raduno azzurro di Parma, Sofia Stefan – veterana azzurra, trequarti classe ’92 del Valsugana – ha analizzato approfonditamente il momento dell’Italia, tra futuro a breve termine incombente ed intrigante, a tinte scozzese, passato recentissimo (sfida all’Inghilterra, in cui è entrata nel finale) e particolarità del periodo e del ritiro parmense, con una chiosa sulla capacità di interpretare più ruoli, mantenendo alto il livello di gioco.
“Contro la Scozia possiamo fare una prestazione di alto livello”
“Possiamo fornire una prestazione di alto livello sabato, soprattutto in difesa la Scozia non riesce a mettere la stessa pressione che mette in campo l’Inghilterra. Poi noi settimana scorsa abbiamo fatto quasi un’ora molto positiva e questo ci dà un ottimo punto da cui ripartire, considerando che più della metà di noi non giocava una gara dal novembre scorso. Essere riuscite a preparare una partita cosi difficile in queste condizioni ed essere riuscite a fare una buona prestazione ci ha dato molta fiducia. Dobbiamo riuscire, quando siamo sotto pressione e la fatica fisica inizia a farsi sentire, a non mollare.”
“Subire una meta quando siamo in fase offensiva non deve più essere una ragione per lasciarsi andare e perdere la concentrazione, entrando in una spirale negativa per cui niente funziona più come dovrebbe. Dobbiamo prendere il buono del primo tempo [contro le Red Roses] e lavorare sull’evitare di avere i ‘buchi’ che abbiamo mostrato nella ripresa, qualcosa che a questo livello non possiamo permetterci.“, ha esordito l’ex Stade Rennais.
La disciplina è un aspetto davvero importante ultimamente e il focus è incentrato soprattutto in tema di placcaggi alti (che alla Scozia è costato caro a Doncaster, col rosso rimediato da Molly Wright). Per Sofia il fatto di mettere a segno placcaggi bassi “è sempre stato il nostro focus, perché siamo consapevoli del gap fisico che abbiamo con qualche squadra del Sei Nazioni il fatto di placcare basso è sempre stato un nostro obiettivo. Abbiamo notato che, giustamente, i placcaggi alti vengono penalizzati molto di più ultimamente ma noi stiamo continuando il nostro lavoro.”
Tenere aperta la striscia vincente sulla Scozia
L’Italia ha una striscia positiva contro la Scozia fatta di tre vittorie consecutive dopo la sconfitta rimediata nel Sei Nazioni 2017 a Cumbernauld. “Vincere, psicologicamente, è importantissimo. Per confermare i risultati positivi degli ultimi anni, per confermare il lavoro che stiamo facendo da mesi e in ottica futura una vittoria sabato lancerebbe un segnale non solo alla Scozia, ma anche a tutte le nostre avversarie per la qualificazione alla Coppa del Mondo. Il torneo di qualificazione è stato rimandato molte volte e c’è davvero tanta attesa, da parte nostra e sono convinta anche da parte loro.“
La Scozia potrebbe mettere le Azzurre sotto pressione in rimessa laterale, un aspetto dove le Dark Blues hanno fatto bene ultimamente mentre l’Italia, sabato scorso, ha mostrato davvero più di un problema. Stefan crede che l’Italia possa mettere le avversarie in difficoltà dal punto di vista della “velocità del gioco. Dobbiamo imporre un ritmo molto alto, riuscire a mantenerlo ed essere efficaci. Non dobbiamo accontentarci di avanzare e mantenere il possesso, dobbiamo fidarci delle nostre capacità e provare ad usare la continuità diretta su cui dovremmo puntare di più. Anche in mischia possiamo dire la nostra e dopo la prova contro l’Inghilterra sono ancora più convinta”.
“Noi dobbiamo anche cercare di non metterci in difficoltà da sole, lavorando sulla rimessa laterale e sulla difesa, perché quando riusciamo a placcare bene recuperiamo molti palloni. Loro hanno caratteristiche fisiche molto simili alle nostre, le loro trequarti sono molto atletiche ma credo che ce la possiamo giocare in ogni parte.“
L’Italia si trova adesso ad avere anche più profondità nella rosa, un altro aspetto che accomuna le Azzurre alla Scozia: “Abbiamo un gruppo davvero competitivo e la panchina ci permette di arrivare in fondo tenendo un livello sempre alto. Penso che anche la voglia di giocare e i mesi di inattività ci abbiano spinto a non mollare mai, ad essere esigenti, a combattere su ogni pallone come fosse l’ultimo. Abbiamo fatto cinquanta minuti fantastici [contro l’Inghilterra] pur commettendo errori che, dopo lunghi mesi di inattività sono anche messi in conto, poi abbiamo avuto quel vuoto che possiamo evitare di avere e che ci dà occasione di lavorare sul futuro. Abbiamo lavorato sulla forza mentale e questo si è visto e questa situazione ci ha come costrette ad accelerare, perché non abbiamo tempo, abbiamo poche partite e dobbiamo essere al massimo subito.”
Aspetto psicologico fattore fondamentale
L’aspetto psicologico è sempre un fattore fondamentale ma in questi mesi di pandemia è diventato, forse, ancora più importante per tutte le squadre. L’Italia ha avuto qualche problema in più, quando poco prima di pasqua si è trovata costretta a sospendere il ritiro a seguito del caso di positività (poi risultato, per fortuna, un falso-positivo) nel gruppo.
“Gli eventi degli ultimi mesi ci hanno confermato che tutto può cambiare davvero molto velocemente e tu ti devi adattare subito. Siamo sempre molto all’erta e questo, psicologicamente, è piuttosto faticoso ma nelle ultime settimane siamo anche consapevoli di aver passato il peggio e di essere finalmente nelle condizioni di poter scendere in campo. Devo ammettere che arrivare a questo punto è stata dura, allenarci fa parte della nostra vita di atlete ma non avere mai occasione di giocare non ti dà l’opportunità di capire a che punto sei, se il tuo allenamento sta dando i frutti sperati oppure no. Il fatto di essere arrivate alla gara contro l’Inghilterra ancora più pronte del solito, con un campionato alle spalle, ci dà molta fiducia sulle nostre capacità di riunirci come gruppo e di essere capaci di affrontare le partite.“
Dopo qualche mese di pausa, l’Italia si troverà adesso a dover giocare due gare in una settimana e questo fatto (piuttosto comune in epoca pre-pandemia) potrebbe cambiare le carte in tavola. Per Sofia, avere tempo da passare in raduno è un aspetto “molto positivo. Nei primi giorni dopo la partita gli allenamenti non possono essere gli stessi che a fine settimana, quindi si deve stare attente a non spingere subito troppo sull’acceleratore per non arrivare scariche quando conta, ma avere tre settimane consecutive di raduno è molto importante, siamo tutte monitorate e abbiamo occasione di bilanciare gli allenamenti permettendoci di arrivare già pronte all’appuntamento del giovedì – che era poi il giorno in cui solitamente ci trovavamo per iniziare a preparare le partite.“
“Personalmente sono arrivata alla gara di sabato in buona forma”
“Il fatto di non giocare, paradossalmente, ti dà l’opportunità di allenarti molto di più e molto meglio, non dovendo recuperare dopo le partite puoi avere un carico maggiore e io personalmente mi sento di essere arrivata bene fisicamente alla gara [contro l’Inghilterra]. Il fatto di essere arrivate fisicamente cosi pronte al raduno ci ha permesso di lavorare sull’aspetto psicologico e sulla tattica, adesso dopo aver giocato la partita dobbiamo includere il recupero e abbiamo meno tempo a disposizione e questo ci rimette nelle condizioni in cui di solito affrontavamo il torneo. Nonostante questo, mesi di allenamento alle spalle ci hanno permesso di fare una preparazione più meticolosa sotto diversi aspetti.”
Sofia, nel campionato italiano, si è spesso trovata nella situazione di dover gestire un largo vantaggio, mentre sabato scorso contro l’Inghilterra si è trovata dalla parte ‘sbagliata’ del tabellino. “Quando ti trovi a vincere con un vantaggio piuttosto alto, è forse più facile resettare e provare a ripartire come se il distacco non esista, provando a fare altre mete e cercando di perfezionare quello che è venuto meno bene. Quando invece ti trovi dall’altro lato, la differenza fisica conta ma l’impatto mentale ha il peso maggiore.”
“Per quanto riguarda l’Inghilterra non posso negare che ci sia una differenza fisica, loro hanno giocato il campionato domestico [ancora in corso] e questo ha avuto il suo peso, cosi come il fatto che, per esempio, loro in campionato hanno giocato molte meno mischie e hanno un po’ subito le nostre avanti. Se fossimo riuscite a contenere il distacco fino agli ultimi dieci minuti non credo che avremmo poi concesso tutti quei punti nella fase finale. Stiamo cercando di lavorare sulla reazione ai momenti di difficoltà, sul cercare di non entrare in un loop negativo quando le cose non vanno come vorremmo che non ci permette di risollevarci.”
“Quando hai un distacco molto ampio, un momento di vuoto conta fino ad un certo punto ma in partite equilibrate fino alla fine, quel passaggio a vuoto ti costa la vittoria e in ottica futura ti può costare anche più caro, come una qualificazione per esempio.”
Camalerouontica
Sofia in carriera ha cambiato tanti ruoli, compreso quello complesso, per certi versi unico della mediana di mischia. “Mi metto davvero a completa disposizione degli allenatori e del gruppo e credo che i miei frequenti cambi di ruolo siano anche dovuti a questo, ma mi piace mettermi alla prova come mediana di mischia. Tecnicamente ho lavorato tanto quindi non credo che la trasmissione dell’ovale sia un problema, credo che l’aspetto più difficile sia seguire lo svolgimento della gara, la logica e il ritmo del gioco, riuscire a capire quali siano i momenti in cui rallentare e quelli in cui accelerare, sia in funzione del gioco sia delle mie compagne, cercando di capire a che punto sono e cosa è opportuno fare.”, ha concluso Stefan, lasciando trasparire tutta la passione che nutre per il gioco.
Matteo Mangiarotti
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