Firenze perde il rugby di alto livello: la società biancorossa chiude a causa delle difficoltà economiche del momento attuale
All’inizio della scorsa stagione erano nel Top10, ora purtroppo sono costretti a chiudere: il difficile momento del rugby italiano passa anche da Firenze, dove I Medicei hanno gettato la spugna e si arrendono alle difficoltà del momento. Dopo sei anni, dove ha anche raggiunto la massima serie, il club fiorentino chiude l’attività, come comunicato dal consiglio direttivo. La scorsa estate I Medicei avevano scelto di “auto-retrocedersi” in Serie A, campionato poi mai disputato in questa stagione a causa della pandemia ancora in corso.
Così il presidente Giacomo Lucibello sulle colonne della Nazione: “C’è grande amarezza per questa decisione. La situazione economica ha impedito ai nostri sponsor di continuare a sostenerci, ed essendo bloccata l’attività non siamo riusciti a svilupparci dal punto di vista commerciale”. La perdita di alcune importanti entrate ha dunque sancito l’epilogo sportivo dei Medicei, che non sono riusciti a tenere in piedi i conti del club.
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“Abbiamo fatto di tutto per provare a continuare – aggiunge Lucibello – ma non siamo riusciti a trovare la base economica per garantire tranquillità al club”. Firenze perde dunque il rugby professionistico di alto livello, anche se la società Rugby Firenze 193 garantirà la prosecuzione del settore giovanile. I Medicei, nati nel 2015, sono partiti dalla Serie A. Dopo aver chiuso la prima stagione al quarto posto della Pool Promozione, si sono rifatti nel 2016/17 vincendo il campionato cadetto e guadagnandosi così il passaggio nell’Eccellenza 2017/18, dove hanno chiuso all’ottavo posto. Nella prima edizione del Top12 (2018/19) hanno raggiunto la sesta posizione finale, mentre l’anno scorso al momento dell’interruzione del campionato veleggiavano tranquilli all’ottavo posto. Il 24 agosto 2020 hanno comunicato di non poter più sostenere i costi del massimo campionato e di auto-retrocedersi, quindi poi la cancellazione della Serie A e la situazione pandemica hanno fatto il resto.
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