La partita con la Scozia ha messo in evidenza tutti i pregi e i difetti della nazionale
La partita fra Irlanda e Italia della giornata finale del Sei Nazioni femminile 2021 sarà uno scontro per guadagnarsi la posizione di vertice tra gli umani: Inghilterra e Francia, per motivi strutturali, profondi e radicati, sono in questo momento due movimenti alieni per le altre quattro squadre partecipanti al Torneo.
Se l’Irlanda è partita con una grande iniezione di fiducia ed entusiasmo per poi cozzare contro la dura realtà nello scorso fine settimana, nel Sei Nazioni le Azzurre hanno prima subito una batosta per mano dell’Inghilterra e poi hanno dato prova di tutto il proprio valore infliggendo una sconfitta pesante alla Scozia.
Le traiettorie delle due squadre sono quindi contrastanti, ma i pronostici della vigilia rimangono comunque leggermente in favore della squadra irlandese, battuta dalle Azzurre solo una volta, nel 2019.
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A differenza di Inghilterra e Francia, quelli di Italia e Irlanda sono due movimenti ancora amatoriali, che si confrontano partendo da basi di partenza simili, eppure le due squadre sono assai diverse.
L’Irlanda mette in campo individualità davvero importanti, che potrebbero rivaleggiare per un posto da titolare in tante nazionali del mondo, specie sulla linea dei trequarti: al di là del pessimo pomeriggio di sabato scorso, Hannah Tyrrell, Beibhinn Parsons e Eimear Considine sono tre giocatrici che possono mettere a ferro e fuoco qualsiasi difesa grazie alle loro corse.
Al centro del campo l’esperta Sene Naoupu (37 anni, neozelandese equiparata per residenza) offre grande solidità e impatto fisico. In terza linea la giovanissima Dorothy Wall è un’altra possibile stella del futuro.
Le Azzurre fanno invece maggiormente affidamento sulla forza del collettivo, demandando alle abilità individuali quel valore aggiunto per portare a casa il risultato.
Dalla partita con la Scozia sono emersi chiari i punti di forza di questa squadra, ma anche alcuni limiti che si sono ripresentati rispetto alla prima gara contro l’Inghilterra.
Dei primi fanno parte la qualità assoluta della coppia di centri Rigoni-Sillari (a proposito di valore aggiunto), una mischia chiusa capace di mettere sotto pressione le avversarie e una capacità di attaccare da pallone di recupero in maniera impressionante, grazie a una buona tecnica individuale abbinata ai mezzi atletici del triangolo allargato.
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La lista dei secondi l’ha fatta Andrea Di Giandomenico alla vigilia del match contro le scozzesi, quando si augurava di veder migliorare la propria squadra sotto il profilo della conquista in rimessa laterale e della disciplina. Compito non proprio riuscito, in particolare per l’aspetto disciplinare: nel primo tempo e Azzurre hanno sostanzialmente consentito alla Scozia di entrare in partita concedendo calci di punizione gratuiti che hanno permesso alle avversarie di risalire il campo e trovare anche una meta.
Un difetto che contro l’Irlanda andrà necessariamente limato, visto anche che una delle poche cose che l’Irlanda ha dimostrato di saper fare bene contro la Francia è il drive da rimessa laterale a cinque metri. Proprio quell’arma dalla quale, peraltro, l’Italia ha subito l’unica meta dello scorso weekend.
L’altro aspetto da tenere d’occhio è quello dell’offloading game che è la caratteristica dominante della squadra italiana: la continuità diretta è l’apriscatole che permette alle Azzurre di fare la differenza rispetto al muro difensivo avversario, ma spesso finisce per diventare anche un’occasione di perdita di possesso, a causa di qualche forzatura di troppo.
Perdere meno palloni possibili e offrire meno occasioni di contrattacco alla backline irlandese è una delle chiavi della partita di sabato prossimo.
Abbinando alla disciplina regolamentare anche la disciplina nello svolgimento dei proprio compiti, l’Italia ha i mezzi e la forma necessarie a battere l’Irlanda e guadagnarsi un terzo posto in classifica che significherebbe davvero tanto.
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