L’azzurro sarà costretto a fermarsi diverse settimane per un inaspettato problema fisico
Non è di certo una stagione semplice, quella che – tra alti e bassi, ma sempre con grande forza d’animo – sta vivendo Matteo Minozzi, uno dei giocatori ovali azzurri più rappresentativi e talentuosi. L’ex Valsugana, Calvisano e Zebre, dopo aver rinunciato al Sei Nazioni, ed aver faticato nel trovare un posto al sole con i Wasps nelle settimane successive, aveva ripreso d’autorità un posizionamento elevatissimo nelle gerarchie del triangolo allargato di Lee Blackett, con l’ultima apparizione in Champions Cup, contro Clermont, che aveva messo in luce la versione migliore – contrassegnata nel bene, e anche un pizzico nel male, da quella meta scivolata via per imperizia, dopo un’azione personale formidabile – dell’estremo italiano.
Leggi anche: Sei Nazioni femminile, cambia sede e Nazione la sfida tra Italia e Irlanda
Ultima apparizione della stagione che purtroppo – almeno con il club – potrebbe anche restare tale, perché nei giorni dopo quell’incontro di Coppa, Minozzi – che ha ovviamente saltato il duello contro i Chiefs dello scorso weekend – ha riscontrato uno strano quanto oltremodo fastidioso problema ad un occhio, che, come spiegato da Lee Blackett nel consueto punto settimanale con la stampa ripreso da Coventry Live, dovrebbe costringerlo ad un’operazione ed a tempi di recupero di almeno sei settimane.
“Matteo ha subito una lesione parziale della retina, quindi avrà bisogno di un intervento chirurgico”, ha spiegato Blackett. “Potrebbe essere necessario un tempo di recupero di sei settimane, sfortunatamente. È stato tutto molto strano. Ha visto il dottore per qualche problema generico, gli hanno fatto degli accertamenti ed hanno trovato questo problema. Non abbiamo idea di quando sia iniziato il tutto, non è stato causato da un incidente occorso durante la partita”.
Un problema serio, che andando avanti a giocare senza intervento, avrebbe anche potuto generare, come dettagliato dall’head coach delle vespe la cecità da un occhio. “Matteo avrebbe voluto proseguire, ma quando è stato chiaro che senza intervento ci sarebbe stato il rischio di perdere la vista da quell’occhio, la priorità per tutti è stata la tutela della sua salute. E’ ciò che conta realmente”, ha concluso Blackett, definendo il contesto in cui si è giunti alla decisione finale.
Cari Lettori,
OnRugby, da oltre 10 anni, Vi offre gratuitamente un’informazione puntuale e quotidiana sul mondo della palla ovale. Il nostro lavoro ha un costo che viene ripagato dalla pubblicità, in particolare quella personalizzata.
Quando Vi viene proposta l’informativa sul rilascio di cookie o tecnologie simili, Vi chiediamo di sostenerci dando il Vostro consenso.