L’ex estremo azzurro ha scritto una lettera aperta per sensibilizzare il popolo ovale (e non solo) sulla questione
La scorsa settimana, Jayden Hayward, estremo del Benetton Rugby dal 2014 e della nazionale azzurra dal 2017, ha annunciato che lascerà i leoni al termine della stagione, per fare ritorno in Australia. I motivi? Stare il più vicino possibile e garantire un ambiente di crescita ideale al figlio Noah, affetto da autismo.
Figlio che, negli ultimi mesi, è stato seguito con grande professionalità da “La Nostra Famiglia” di Treviso, un’associazione che si dedica alla cura e alla riabilitazione delle persone con disabilità, soprattutto in età evolutiva con l’intento di migliorare la qualità della vita attraverso specifici interventi, in sostegno della quale Hayward ha deciso di lanciare una raccolta fondi, dettagliata dal classe ’87 neozelandese in una lunga lettera scritta assieme alla sua famiglia, e pubblicata sul sito dei Leoni.
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La lettera della famiglia Hayward, pubblicata sul sito del Benetton Rugby
“Alla fine del 2019, verso la fine della Coppa del mondo di rugby in Giappone, mia moglie mi ha chiamato per dirmi che a nostro figlio Noah era stato diagnosticato l’autismo, oltre a disturbi da deficit di attenzione/iperattività.
Ricordo di essermi sentito impotente e lontano da tutto. Non potevo essere con mia moglie e mio figlio, non potevo abbracciarlo, dirgli che lo amavo e che tutto ciò mi rendeva veramente triste. Ho pianto al telefono con mia moglie dicendole che il rugby non era più importante per me, che essere in Giappone e lontano da loro non aveva senso. Tutto quello che volevo fare era tornare a casa.
Quello che doveva essere il momento clou della mia carriera, improvvisamente era diventato insignificante. Ad altri potrà sembrare egoista, ma per me la famiglia viene prima di tutto. A quel tempo c’erano anche altri problemi di salute che fortunatamente adesso si sono risolti. Mia moglie mi ha incoraggiato a rimanere e giocare per nostro figlio, poiché quella sarebbe stata la mia ultima opportunità di giocare un Mondiale. Con il passare dei mesi ho capito che non potevo più andare avanti, non mi sembra corretto nei confronti della mia famiglia.
Mio figlio soffre l’ansia da separazione e nell’ultimo periodo sono state molte le volte in cui avrei voluto smettere all’istante di giocare a rugby. Così ho deciso di abbandonare il rugby internazionale per poter essere a casa più spesso. Sapevo di aver preso la decisione giusta.
Nel frattempo abbiamo trovato un gruppo meraviglioso di professionisti della salute, terapisti ed educatori ABA e da allora il miglioramento di Noah è stato incredibile, grazie alle loro risorse e al loro supporto. Abbiamo lavorato a stretto contatto con l’Associazione “La Nostra Famiglia” di Treviso che si dedica alla cura e alla riabilitazione delle persone con disabilità, soprattutto in età evolutiva con l’intento di migliorare la qualità della vita attraverso specifici interventi.
L’autismo si manifesta con una vasta gamma di disordini che possono comportare problemi nella capacità di comunicare, di entrare in relazione con le persone e di adattarsi all’ambiente. Non esistono due bambini con lo stesso autismo e purtroppo c’è ancora molta confusione in materia.
Quindi adesso vogliamo dedicare un po’ di tempo per aiutare a potenziare un ambiente di supporto, comprensione e accettazione di questo disturbo diffondendo messaggi di positività. Lavoreremo per creare un mondo più comprensivo per le persone autistiche e le loro famiglie. Per questo motivo negli gli scorsi giorni ho annunciato che a fine stagione si concluderà la mia esperienza con la maglia del Benetton Rugby.
Per tutte le regioni che avrete quindi capito, oggi voglio dare inizio alla raccolta fondi dal nome “In meta con Noah”. Ogni donazione è apprezzata, non importa quanto grande o piccola sia, ci sarà tempo sino a martedì 18 maggio 2021 e l’intero ricavato andrà all’Associazione “La Nostra Famiglia” di Treviso. Al termine della raccolta avverrà un sorteggio, il vincitore si aggiudicherà due importanti e speciali maglie da me indossate: quella del mio ultimo cap con l’Italia e quella della mia 100esima presenza in Benetton Rugby.
Grazie per tutto il vostro supporto, con affetto
La Famiglia Hayward”
I dettagli per la donazione sul sito del Benetton Rugby.
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