Abbiamo parlato con l’head coach degli azzurrini, a meno di cinquanta giorni dal via del Sei Nazioni di categoria
A meno di cinquanta giorni dal via del Sei Nazioni Under 20 – verosimilmente giocato in Galles, con classico round robin e tempistiche simili a quelle del mondiale di categoria (una gara ogni sei giorni) -, il percorso di avvicinamento della selezione azzurra guidata dal CT Massimo Brunello entra nel vivo, tra raduni e partite amichevoli. Abbiamo parlato con l’ex Rovigo e Calvisano, partendo dal ritiro della scorsa settimana – con un gruppo allargato, privo di diversi protagonisti del massimo campionato nazionale -, conclusosi con un test contro le Fiamme Oro, terminato con 4 mete dei cremisi ed 1 degli azzurrini.
“L’obiettivo del raduno appena andato in archivio era quello di verificare diversi elementi che per vari motivi eravamo riusciti a vedere poco, sul campo con noi, sin qui, alcuni dei quali invitati anche dall’estero. E di farlo non solo con i canonici giorni di lavoro assieme, ma anche con una partita vera – che di questi tempi è tanta roba -contro una squadra di qualità come le Fiamme Oro, con tanti giocatori di spessore, che ha sulle gambe un’annata di campionato”, ha esordito Brunello, entrando poi più nel dettaglio.
“Questa gara ci è servita moltissimo, per rimetterci in moto ed anche per capire ancora meglio, sul campo, quanto sia difficile tornare a giocare partite vere dopo un lungo periodo di stop. Nel primo tempo, l’impatto dei ragazzi è stato complesso. Abbiamo schierato elementi che, a causa di infortuni, non giocavano da un anno e qualche mese, e che magari avevano come ultimo impegno agonistico della loro vita una partita di torneo Under 18 élite. Chiunque capirebbe le difficoltà, fisiologiche, viste nella prima frazione, quando abbiamo subito 3 mete, e nonostante qualche apparizione minacciosa nei loro 22, non siamo riusciti a marcare punti. Nella ripresa, siamo migliorati (1 meta per parte), ed in generale sono contento del fatto che – anche se per ovvi motivi in misura minore rispetto a Bastia, in gennaio – si sia vista la nostra identità di gioco. Ovviamente, però, ci focalizziamo sulle tantissime cose da migliorare, sia in attacco che in difesa, in vista dell’appuntamento del Sei Nazioni”.
Il futuro a breve termine
Appuntamento a cui gli azzurrini si avvicineranno con un piano di lavoro ben definito. “Abbiamo stilato un programma per il prossimo mese. I ragazzi non più impegnati con i loro club in campionato, verranno integrati stabilmente a Remedello, dove il gruppo lavorerà ad una preparazione fisica e tecnica, il cui andamento proveremo a verificare con un’amichevole – se possibile, solo in massima sicurezza – contro una squadra di Top10 o di Serie A. Questo prima di un altro appuntamento importante, in programma il 4 giugno, in Francia (in una città al confine con l’Italia, anche se la sede è ancora da definire, ndr), dove disputeremo un’altra amichevole con la selezione transalpina. Ci sposteremo in bus, per evitare rischi inutili, restando dunque in bolla”, ha dettagliato Brunello, prima di chiarire la situazione legata a Riccardo Favretto e Stephen Varney, due elementi con età da Under 20, ma già nel giro della selezione seniores.
“Favretto fa parte del nostro gruppo, ha fatto dei raduni ed ha pure giocato in Francia a gennaio. E’ chiaro che valuteremo, assieme allo staff della selezione maggiore, se per la sua crescita converrà fargli fare il torneo Under 20 – che secondo me è sempre un appuntamento interessante per i ragazzi – oppure portarlo in tour con la nazionale maggiore. Per quanto concerne Stephen (Varney, ndr), invece, penso sia più difficile possa venire al torneo. Lui è già una presenza fissa – da titolare – nel XV della maggiore, e di fatto si è allenato pochissimo con noi, inoltre abbiamo anche due mediani validi a numero 9, e quindi non c’è una necessità di farlo venire per coprire magari una falla della rosa. Detto ciò, però, come per Favretto, se si dovesse decidere in modo diverso, ci sarà ovviamente un posto anche per lui, non serve nemmeno parlare del suo valore”, ha spiegato, argomentando Brunello, che non ha lesinato, poi, complimenti agli azzurrini visti in Top10, per i quali si è detto stupito favorevolmente dalla grande personalità messa in campo, in un anno così complesso.
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“Non sono sorpreso tanto per le capacità tecniche di questi ragazzi, ma più che altro per la personalità mostrata in un ambiente seniores. A partire da ragazzi protagonisti nella capolista, come Cannone e Hasa – che non scopriamo certo ora -, ma anche ad esempio per Ferrarin, che ha avuto meno minuti, ma quando è stato chiamato in causa ha saputo far vedere le qualità di cui dispone. Penso anche a Gesi (ala) e Granieri (seconda linea) – purtroppo infortunatosi alla spalla – a Colorno, in grado di mettere in campo prestazioni di spessore con continuità. Mi sono confrontato con i loro allenatori, pienamente soddisfatti di quanto visto”.
“I nostri due numeri 9 Manfredi Albanese e Alessandro Garbisi – nonostante la concorrenza non banale di Piva e Fabi – stanno prendendo sempre più confidenza alla guida delle loro squadre, in un ruolo delicato, tra Calvisano e Mogliano, dove anche Filippo Drago (centro) ha mostrato grande continuità. Discorso analogo per tanti ragazzi della Lazio, da Marocchi (ala) a Marucchini (seconda linea), sempre nelle rotazioni di coach Pratichetti. In più, tra le note più liete, c’è anche Federico Cuminetti di Piacenza, ala classe ’02 che ha fatto vedere cose molto interessanti, anche se purtroppo a Calvisano, dopo la meta di settimana scorsa, ha patito una lieve distorsione al ginocchio. Nel recente passato non era entrato nel giro azzurro, opportunità che, però, quest’anno si è conquistato con il bel campionato con i Lyons”, ha dettagliato Brunello, sicuro di come questa esperienza possa aiutare tantissimo il suo team nel torneo giovanile di giugno/luglio.
“Quanto detto può aiutare tantissimo. Avere un approccio del genere con i seniores, dentro squadre con giocatori esperti, è un qualcosa che può spostare gli equilibri, e che ci deve far pensare che i ragazzi – se hanno qualità, condizione sempre fondamentale – se messi alla prova dentro contesti che funzionano, crescono rapidamente. E’ sufficiente, in tal senso, pensare all’exploit di Favretto, tra Pro14 e convocazione in nazionale”, ha proseguito, prima di sbilanciarsi sul futuro dell’avanti classe ’01 del Benetton.
“Riccardo (Favretto, ndr) ha qualità per fare benissimo anche in terza, ma se dovessi sbilanciarmi per il futuro, lo vedo come grande leader in seconda”, ha concluso Brunello.
Chissà che nel gruppone (“Si giocherà una partita ogni sei giorni – con 24 ore in più di riposo rispetto al mondiale -, ma lo si farà con tanti giocatori reduci da annate particolari, senza tanti minuti sulle gambe. Fortunatamente si potrà disporre di un gruppo di 30 o di 32 atleti, potendo così fare una vera rotazione, permettendo una gestione razionale delle risorse”), alla fine, non torni utile.
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