Il pilone si sofferma su un aspetto, quello psicologico, che sta assumendo sempre più importanza
Dietro l’aspetto scanzonato e a volte un po’ da spaccone si nasconde una persona molto sensibile e attenta a tutte le problematiche che gravitano attorno al mondo del rugby.
E’ un Joe Marler a cuore aperto quello che nel corso di un’intervista alla BBC si è soffermato su un aspetto che, fortunatamente, sta assumendo sempre più importanza: quello della tutela della salute mentale dei giocatori, per lui che nella sua autobiografia ha detto di aver dovuto fare i conti anche con la depressione.
Joe Marler fa un appello alla tutela della salute mentale dei giocatori
Il pilone, che vanta 72 caps internazionali, si è cosi espresso in merito alla questione facendo un focus in particolare sulla situazione che attenderà i British & Irish Lions nelle settimane del tour in Sudafrica: “Sarà difficile che i giocatori chiedano un supporto psicologico, ma se facessi parte della spedizione (Marler è stato un Lions nel 2017, tour in Nuova Zelanda contro gli All Blacks) io mi esporrei per fare richiesta”.
“Già di per sé un tour era difficile, per livello di gioco, pressioni e tutto il resto: ora, viste le restrizioni di viaggio e l’impossibilità di avere contatti anche con le famiglie, questo lo diventa anche di più”.
Poi ha proseguito: “Non lo nego: se fossi stato scelto è chiaro che avrei dovuto parlarne con mia moglie e probabilmente non sarebbero stati giorni facili in famiglia. Nove settimane non sono un periodo così facilmente affrontabile”.
Infine scherza: “Fortunatamente Warren Gatland non mi ha scelto salvandomi da questa conversazione…”
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