Rovigo, Casellato: “Parola chiave? Serenità. In tanti vogliono lasciare un bel ricordo”

L’analisi del coach dei rodigini, a poche ore dalla sfida di Calvisano

Rovigo, Casellato

Dopo aver chiuso la regular season del Top10 al secondo posto, per Rovigo la semifinale prevede uno scontro accesissimo contro Calvisano. Nelle ultime sei edizioni dei playoff rossoblù e gialloneri si sono sempre affrontati, in una sfida che in cinque delle ultime sei finali Scudetto è valsa anche per il titolo italiano (quattro successi dei calvini, uno dei rodigini). Si parte domenica al San Michele per la gara di andata di un match che vivrà sicuramente sui 160 minuti e difficilmente sarà deciso dopo una sola partita. Per presentare la sfida abbiamo sentito il tecnico di Rovigo Umberto Casellato.

Umberto Casellato, com’è andato il lungo avvicinamento a questa semifinale d’andata? Vero, voi avete giocato il recupero contro Colorno lo scorso weekend, ma la sfida di semifinale era già scritta tra voi e Calvisano.

“Questa sarà la terza volta (tolta la scorsa stagione cancellata ndr) che affronto i playoff come allenatore del Rovigo. Devo dire che mai come ora vedo un ambiente interno alla squadra rilassato e concentrato su quello che serve fare. Sono ormai diverse settimane che in allenamento eseguiamo bene, se dovessi trovare una parola chiave per questo momento questa sarebbe serenità. Inoltre col fatto che ci sono dei giocatori che chiuderanno il loro ciclo con questa maglia c’è grande voglia di lasciare un gran ricordo all’ultima avventura insieme”.

In stagione avete vinto entrambe le gare contro Calvisano. Ora si parte da 0-0 ovviamente, pensa che quelle due partite possano aver dato qualcosa in più al suo Rovigo? Qual è l’aspetto che teme di più dei lombardi?

“In queste situazioni si parte sempre da 0-0, ancora di più considerando come sono arrivate le nostre due vittorie in stagione regolare. All’andata abbiamo vinto (13-17 al San Michele) in una partita condizionata da un terreno di gioco fradicio, al ritorno al Battaglini è finita 42-35 in un match dove entrambi abbiamo fatto il bonus offensivo e si è deciso su un errore di placcaggio in occasione della nostra meta decisiva. Per questo dico che nessuno ha il minimo vantaggio, anche se di Calvisano ammiro la grande mentalità. I numeri non mentono, loro hanno fatto le ultime sei finali Scudetto. Questo nonostante abbiano cambiato elementi della squadra, società e tante altre cose, insomma sono un vero “animale da playoff””.

Se dovesse dare un voto a quanto fatto dal suo Rovigo sinora?

“10 e lode. Giocare e vincere a Rovigo è molto più impegnativo che da altre parti, qui c’è una pressione sconosciuta in piazze (ad esempio) come Padova e Calvisano. Nonostante il fatto che nell’ultimo periodo siano uscite voci di mercato riguardanti praticamente tutti, ogni giocatore in allenamento ha dimostrato enorme professionalità e serietà, lavorando come dei veri professionisti”.

Dal punto di vista del gioco è soddisfatto?

“Sì perché abbiamo cambiato la nostra mentalità e siamo rimasti molto competitivi. Eravamo partiti con un’idea, poi dopo la serie di sconfitte consecutive abbiamo dovuto fare degli aggiustamenti tattici e siamo stati capaci di sfruttarli subito e bene. Tutti hanno “sposato” questo progetto e sono pronti a dare il massimo per la maglia”.

Si aspettava che il Top10 sarebbe arrivato a questo punto oppure durante lo scorso inverno pensava sarebbe stato meglio sospendere?

“Sinceramente pensavo che saremmo riusciti a chiudere la stagione a luglio o agosto, per poi iniziare subito la prossima. A un certo punto con così tanti rinvii sembrava impossibile assegnare il titolo già a giugno e invece ci siamo riusciti, quindi vanno fatti i complimenti a tutte le società e ai vari staff, tecnici e medici”.

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