Champions Cup: aria contro terra, la furia degli elementi in Tolosa-La Rochelle

Diretta su Sky Sport Uno per la finale della coppa regina. Di fronte due squadre francesi

Tolosa e La Rochelle si contendono la Champions Cup – ph. Sebastiano Pessina

È finalmente arrivato il tanto atteso giorno dell’atto conclusivo della Champions Cup: la finale di quest’anno parla tutta francese, con Tolosa e La Rochelle a contendersi il titolo di campioni d’Europa oltre a quello di campioni di Francia, con le due formazioni favorite visto il dominio imposto sulla stagione domestica fino a questo momento.

Nonostante provengano da un background comune, le due contendenti sono molto diverse tra loro a livello fondamentale, di filosofia e di identità di gioco. Lo sono a livello di elementi di base, quasi.

La Rochelle è una squadra saldamente ancorata alla terra, costruita attorno a un nucleo di giocatori non particolarmente raffinati, ma estremamente efficaci e impetuosi, che fanno dello scontro fisica e della potenza muscolare la loro cifra.

È grazie a questi tratti identitari che hanno costruito la splendida vittoria in semifinale contro il Leinster: grazie alle cariche di Will Skelton, alla serena solidità di Uini Atonio, al sacrificio fisico di Levani Botia e Geoffrey Doumayrou in mezzo al campo.

Tolosa non disdegna la battaglia dura in trincea, ma l’elemento che più facilmente le si associa è l’aria, per le sue clamorose folate offensive che sono state la chiave per scardinare le difese avversarie più ostiche. La squadra di Ugo Mola non esce mai di partita, combatte in ogni momento con le unghie e con i denti e improvvisamente, come se si accendesse d’un tratto la combinazione vincente di una slot machine, tutto è luce, rapidità e bellezza.

Solo che rispetto alle macchinette infernali dei bar, c’è molto poco di fortuna e caso, tanto di lavoro e talento.

Terra e aria contro in una finale che promette spettacolo ma che potrebbe giocarsi nei meandri del punto d’incontro: per l’azione offensiva di Tolosa avere possessi di qualità è fondamentale, ma dall’altra parte La Rochelle è una squadra incredibilmente brava a giocare al limite del regolamento e sporcare i palloni avversari, rallentandoli ogni volta che si passa dal prato. A dirimere la questione un arbitro inglese, Luke Pearce, capace di interagire con i giocatori francesi nella loro lingua madre.

Il testa a testa più appetitoso è quello fra i due ex All Blacks campioni del mondo insieme sia nel 2011 che nel 2015, entrambi schierati a numero 8, Victor Vito e Jerome Kaino. Il primo ha 34 anni, il secondo 38. Entrambi ricoprono il ruolo di venerabile maestro all’interno dei rispettivi pack, totem con un’aura quasi mistica intorno a loro, ancora capaci di fare la differenza per i compagni nonostante non abbiano più il workrate dei giorni migliori.

Terra contro aria: in campionato, negli scontri diretti, le due squadre si sono divise una netta vittoria a testa, entrambe sul campo di casa. Stavolta si gioca a Twickenham, di fronte a diecimila tifosi per la stragrande maggioranza inglesi e neutrali.

Da una parte c’è il blasone di Tolosa, che però non arriva a giocarsi una partita del genere da più di dieci anni. Anche quella volta era una finale tutta francese, contro il Biarritz. Vinse il Tolosa di Maxime Medard, unico superstite di quella squadra.

Dall’altra la voglia di emergere di La Rochelle, una squadra arrivata al rugby che conta solo nel 2014, ma pian piano cresciuta sempre di più: semifinalista di campionato nel 2017 e nel 2019, finalista di Challenge sempre nel 2019 e ora lanciata verso una possibile doppietta scudetto e coppa.

Non c’è una vero e proprio gap di esperienza a livello di giocatori e di staff tecnico, quindi, ma c’è a livello di organizzazione.

Sarà una battaglia epica, uno scontro di elementi: a noi non rimane solo che accomodarci ed attendere il calcio d’inizio delle 17:45.

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