Champions Cup, il post-finale: O’Gara non cerca scuse, Lebel sorride

Sentimenti contrastanti accompagnano l’ultimo atto della Champions Cup 2020-21. La gioia dei francesi e il pensiero per i tifosi, mentre O’Gara e i suoi fanno mea culpa.

Sentimenti contrastanti accompagnano l'ultimo atto della Champions Cup 2020-21. La gioia dei francesi e il pensiero per i tifosi, mentre O'Gara e i suoi fanno mea culpa.

Sentimenti contrastanti accompagnano l’ultimo atto della Champions Cup 2020-21. La gioia dei francesi e il pensiero per i tifosi, mentre O’Gara e i suoi fanno mea culpa.

Agonismo, battaglia ed equilibrio. Non è stata certo una finale di Champions Cup banale quella vinta da Tolosa a Twickenham contro La Rochelle, dopo 80 minuti accesi e aperti fino all’ultimo in cui la squadra di Ronan O’Gara ha sperato di poter portare a casa il primo storico titolo nonostante un tempo e mezzo giocato in inferiorità numerica a causa dell’espulsione di Botia. Lo Stade Toulousain ha saputo gestire meglio le fasi chiave del match e ha mostrato maggiore qualità quando si è trattato di dare il colpo di grazia, ma nonostante la superiorità numerica non è stato per niente facile portare a casa il quinto titolo europeo della sua storia, succedendo ad Exeter e Leinster nell’albo d’oro e sancendo il dominio dei club francesi nel rugby europei, con 3 semifinaliste su 4 in Champions e in totale 3 finaliste su 4 tra Champions e Challenge Cup, a sua volta vinta da Montpellier.

Una partita così lascia aperti numerosi spunti di riflessione, e gli stessi protagonisti della vittoria riconoscono quanto La Rochelle sia stata combattiva e difficile da affrontare. Maxime Medard infatti non ha risparmiato complimenti agli avversari: «La Rochelle ha giocato una partita enorme, sono stati 60 minuti in 14 e per loro è stato molto difficile giocare». Dello stesso avviso anche Romain Ntamack: «Sapevamo che i Rochelais avrebbero venduto cara la pelle, se avessero vinto non ci sarebbe stato nulla da dire. Volevo congratularmi con loro». C’è ovviamente grande gioia, manifestata anche dall’head coach Matthis Lebel che dopo una stagione così intensa si lascia andare: «È enorme per Tolosa, per la città, per tutte le persone che hanno creduto in noi. Possiamo solo essere orgogliosi».

Il successo dello Stade Toulousain passa anche da una rosa completa ed eterogenea, capace di restare sempre sul pezzo anche dopo i numerosi infortuni che l’hanno colpita nel corso della stagione. Non a caso sia Medard, sia il pilone Cyril Baille, commosso dopo la partita, hanno ringraziato anche i compagni che non hanno potuto disputare la finale, oltre ai tifosi francesi che non potevano arrivare a Londra: «Ho un pensiero per tutti i tifosi che non sono potuti venire qui, è un peccato aver giocato la finale in Inghilterra. Abbiamo anche un pensiero per tutti gli infortunati che abbiamo avuto questa stagione, penso che siano ancora al bar» conclude ridendo l’estremo francese. Rincara la dose Baille: «Abbiamo lasciato a casa i nostri amici, penso soprattutto a Juju Marchand. È difficile per loro e anche per noi. Questo è il risultato di tutto il lavoro di quest’anno, con Toto (Dupont) ci conosciamo dall’infanzia, è incredibile».

Per contro, Ronan O’Gara non ha accampato scuse e ha riconosciuto i meriti degli avversari, al di là dell’espulsione e della situazione che si è creata, e anzi riconosce quanto l’indisciplina abbia pesato sul risultato finale: «Siamo stati imprecisi e indisciplinati per i primi 40 minuti, a prescindere dal cartellino rosso. I perdenti cercano scuse, dovevamo essere migliori e non siamo stati abbastanza bravi, per cui complimenti al Tolosa». In particolare, l’ex stella irlandese ha posto l’attenzione sulla mancanza di continuità in attacco: «Volevamo essere migliori con la palla in mano, siamo arrivati alla fine ma non siamo stati consistenti per 80 minuti»

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