L’analisi del match, anche con le parole dei due coach
Finale doveva essere e finale è stata – a sublimare un’annata spettacolare, dominata in lungo e in largo durante tutta la regular season -, ma per Andrea Marcato c’è sì la gioia per l’accesso all’atto conclusivo, ma anche un pizzico di preoccupazione per quanto accaduto nelle fasi calde della ripresa. Il coach del Petrarca non ha gradito il calo di tensione nel finale della sfida contro il Valorugby, bravo a vincere la partita e a sfiorare un passaggio del turno che avrebbe avuto dell’incredibile. Ai reggiani sarebbe bastata, infatti, un’ulteriore meta trasformata per superare gli avversari nel doppio confronto, dopo aver rimontato prima da 10-0 e poi dal 23-10 che sembrava aver definitivamente chiuso la questione (dopo il 27-16 dell’andata).
Nonostante il punteggio, però, anche in quel momento la prestazione del Petrarca non era sembrata brillantissima, e Marcato ne è pienamente consapevole. L’allenatore a Il Gazzettino di Padova ha posto l’accento sulla differenza di mentalità tra l’andata e il ritorno, senza mandarle troppo a dire: «Per quello che si è visto in questa partita meritava il Valorugby e non noi. Inspiegabile questa metamorfosi. In pochi giorni siamo passati dall’essere una squadra matura a una di bambini».
Il black-out nel finale è stato evidente, ma le avvisaglie si erano viste già nella prima rimonta dei reggiani, che in pochi minuti hanno segnato due mete portandosi sul 10-10. In entrambi i casi, il calo è arrivato quando la partita sembrava ormai chiusa, segno di un problema nella gestione mentale del match che Marcato ha sottolineato: «Che ci fosse una certa tensione era prevedibile e logico ma tutto questo nervosismo non riesco ad accettarlo. Abbiamo sbagliato gran parte delle scelte, eravamo spenti, privi di idee e lucidità». Un problema da risolvere in vista della finale del prossimo 2 giugno.
Se Atene piange, Sparta non ride. Roberto Manghi esce dal campo con orgoglio e soddisfazione per la prestazione dei suoi, ma il rimpianto di aver mancato il bersaglio grosso resta più forte di tutto: «Abbiamo solo rimpianti. Avevamo la possibilità di conquistare la finale ma l’abbiamo sprecata» ha dichiarato il coach al Resto del Carlino Reggio. Quella del Valorugby è stata una prestazione per certi versi positiva, in cui però il team reggiano è riuscito a tirare fuori il meglio solo con l’acqua alla gola: «Spesso abbiamo bisogno di trovarci all’ultima spiaggia prima di dimostrare il nostro valore. Essere spettacolari e segnare mete serve a poco se non prevali nel punteggio».
Per Reggio questa semifinale di ritorno potrà essere un punto di partenza per ripartire nella prossima stagione – stando a quanto appreso da OnRugby, in settimana il coach Manghi, Jacques Brunel ed il presidente Grassi si ritroveranno per programma l’annata agonistica ventura – con ancor più consapevolezza e fiducia nei propri mezzi, sapendo di potersela giocare a viso aperto anche con le grandi candidate al titolo. Dall’altro lato, per il Petrarca quanto successo ieri dovrà essere visto come un’avvisaglia dei problemi da risolvere in vista dell’ultimo atto, affinché non si ripetano nella partita più importante dell’anno.
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