La squadra del Western Australia costretta a durissime sessione di training, durante le quali qualcuno ha dovuto abbandonare il campo
Che il Super Rugby Trans-Tasman stia andando molto male per le squadre australiane è cosa nota (una sola vittoria a fronte di quattordici sconfitte), ma c’è chi l’ha presa molto male. Parliamo di Tim Sampson, l’allenatore di Western Force che proprio non ha gradito l’atteggiamento, soprattutto difensivo, messo in campo dai suoi nel 43-6 subito dagli Hurricanes la scorsa settimana in trasferta. Questo turno poi prevede per loro la trasferta a casa dei Crusaders, quindi difficilmente la squadra del Western Australia potrà sbloccarsi.
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Qual è stata la risposta di Sampson a questa situazione? Attivare, se così si può dire, il “black-level contact” in allenamento, cioè rendere durissime le sessioni di training, praticamente a livello fisico di una partita. Ne ha fatto le spese il pilone Tom Robertson, che lunedì è stato colpito duro: “Black-level significa che si può usare la forza senza limiti in allenamento, si lavora alla massima potenza. Praticamente ci stiamo picchiando tutti a vicenda, è una situazione decisamente difficile”. Oltre a lui ci sono stati altri giocatori che hanno dovuto abbandonare il campo prima del termine, ma Robertson aggiunge: “Sono d’accordo con questa scelta, dovevamo essere più fisici nello scorso fine settimana e difendere meglio”.
Forse non esiste un compito più difficile nel rugby moderno che andare a vincere in casa dei Crusaders, ancora imbattuti nel torneo ma terzi in classifica a un punto di distanza (14) rispetto alla coppia Blues-Hurricanes (15).
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