La riunione di Verona apre nuovi scenari sul futuro del rugby italiano, dal lavoro sulla competitività allo sviluppo dei rapporti tra nazionali, franchigie e club
Al Payanini Center di Verona c’erano tutti: il Presidente federale Innocenti, il Vice-Presidente Vicario Morelli, i vertici tecnici della FIR (il Direttore Tecnico Pacini, il CT Crowley, il Responsabile dell’Alto Livello Smith e quello della formazione giovanile d’elite Aboud) gli staff di tutte le squadre nazionali, quelli delle franchigie e dei club di Top10, per una riunione che rappresenta l’inizio della revisione dell’alto livello da parte della Federazione Italiana Rugby.
Obiettivo di questo progetto, come spiegato da un comunicato stampa della FIR, è l’inizio di un percorso che porti ad uno «sviluppo armonico e integrato del rugby italiano d’élite». Uno dei primi punti chiave di questa revisione è «l’innalzamento della competitività delle squadre nazionali», dai cui risultati non si può prescindere per un progetto vincente. Allo stesso tempo, sarà riconsiderato e sviluppato il rapporto tra la nazionale, le franchigie e i club di Top10, agevolando la collaborazione tra i vari staff dal punto di vista atletico, medico e dirigenziale. In particolare, la FIR pone l’accento sulla «competitività di tutte le realtà coinvolte», che dovrà essere «funzionale a quella delle Nazionali».
Si evince come l’obiettivo della FIR sia quello di un aumento di competitività generale per un beneficio comune. Il miglioramento del livello del Top10, i risultati delle franchigie e quelli delle nazionali dovranno essere parte – e risultato – di un percorso di crescita condiviso. Ogni vittoria, per quanto importante, non dovrà essere fine a se stessa ma inserita in un contesto di sviluppo costante.
Inoltre, nella revisione dell’alto livello sarà compresa anche la costruzione di due strutture formative d’élite all’interno delle franchigie di Pro14, alla quale si aggiungerà la revisione della gestione dei permit players, come specificato da Innocenti: «Per come è strutturato oggi, il sistema necessita di essere ripensato, divenendo non solo uno strumento funzionale a supportare le Franchigie nelle finestre internazionali ma soprattutto la formazione degli atleti, con dei principi ben definiti e tenendo in considerazione, al tempo stesso, le singolarità di ogni atleta».
Contemporaneamente ci sarà anche il rilancio della nazionale emergenti, intesa come strumento di formazione per i migliori prospetti delle franchigie e del Top10. Anche in questo caso l’obiettivo sembra essere la creazione di una struttura allargata dove tutti vanno di pari passo verso un percorso di crescita: in particolare, l’idea delle strutture formative all’interno delle franchigie andrà a creare strade diverse anche nello sviluppo degli atleti, che a seconda delle situazioni potranno intraprendere percorsi diversi da quello “classico” che ha caratterizzato la formazione gli ultimi anni.
Al termine della riunione, il presidente Innocenti ha dichiarato: «Il rugby italiano deve lavorare unito per lo stesso obiettivo, il successo delle nostre Nazionali, che generano risorse per l’intero movimento. Ogni Società deve sentirsi parte attiva di questo processo, ricevere da FIR gli strumenti per contribuire alla formazione dei giovani, essere parte della costruzione di un’identità e di una via italiane per il rugby d’elite».
Marzio Innocenti ha poi rilasciato una video intervista ai canali ufficali Fir, che potete trovare a questo link.
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