Rainbow Cup: Benetton, la chiave per giocarsela coi Bulls

A Monigo ci si gioca il titolo. L’analisi dell’avversario del Benetton in vista della finale

Benetton: La chiave per giocarsela coi Bulls

Benetton: La chiave per giocarsela coi Bulls – ph. Ettore Griffoni

Non è un’esagerazione dire che la finale di Rainbow Cup in programma sabato prossimo a Monigo sarà una delle partite più importanti e impegnative della storia del Benetton.

I Bulls, al netto degli Springboks assenti, sono una squadra di altissimo livello, con la quale tanti club europei blasonati faticherebbero.

Per i Leoni sarà un’altra prova di maturità in una partita da dentro o fuori, che ricorda per tanti aspetti quella – splendida – che la squadra di Crowley giocò nel maggio del 2019 al Thomond Park contro Munster.

In molti metterebbero la firma per rivedere una prestazione di quel tipo, magari con un finale diverso, ma per farlo ci sarà bisogno di tenere botta negli aspetti del gioco più favorevoli ai sudafricani.

Parliamo, neanche a dirlo, dell’impatto fisico. Come ha già anticipato Corniel Els nell’intervista rilasciata a OnRugby, per potersela giocare bisognerà reggere la loro energia fisica ed essere competitivi nelle fasi di conquista. Per farlo, bisognerà trovare il modo di limitare alcuni giocatori che in questo torneo sono stati a dir poco devastanti.

I Bulls si presentano a Monigo con un bottino di 25 punti ottenuti in classifica in 6 partite, con 183 punti marcati e 111 subiti. Si tratta del primo dato da prendere in considerazione: le partite del girone sudafricano sono state molto aperte, con tantissimi punti segnati e tante mete. Tutto il contrario di quanto accaduto in Europa. Se i Leoni dovessero riuscire a portare il match sui binari a loro più congeniali potrebbero mettere un po’ di sabbia nei meccanismi dei Bulls, abituati a partite dal ritmo più alto e con più occasioni.

Dalle 6 partite giocate dai sudafricani in questa Rainbow Cup, ciò che salta immediatamente all’occhio è la facilità incredibile con la quale i sudafricani vanno a marcare: hanno un triangolo allargato costituito da giocatori molto rapidi, vere e proprie schegge, con l’estremo David Kriel che sale spesso a sostegno delle ali Madosh Tambwe e Stravino Jacobs, che se prendono velocità diventano micidiali. Attenzione quindi a non lasciare nemmeno un centimetro di spazio in più a questi giocatori.

I due trequarti ala infatti sono in grado di creare occasioni anche lontano dalla linea di meta, appena il gioco viene allargato, mentre invece nella zona rossa offensiva i Bulls giocano in maniera diversa. Dopo una serie di cariche con gli avanti, l’ovale viene allargato con più fasi che prevedono al massimo 1-2 passaggi: arrivati al largo, Kriel sale a creare una superiorità numerica che a quel punto diventa quasi indifendibile per la qualità dei giocatori coinvolti. Il Benetton dovrà giocare d’anticipo e concedere il minor numero possibile di palloni di qualità in uscita dalle ruck: se i Bulls prendono l’abbrivio sono dolori.

L’offensiva dei Bulls è rapida e diretta anche per vie centrali: spesso utilizzano un giocatore che arriva a gran velocità da dietro dopo 1-2 passaggi di spostamento e cerca il break in mezzo al campo. Lo fanno non solo coi centri, ma anche con l’apertura e con le ali, andando a cercare dei mismatches tra giocatori rapidi e avanti avversari.

Per quanto riguarda il gioco con gli avanti, invece, c’è poco da dire: sono tutti fortissimi fisicamente, e per quanto diretto, breve e senza fronzoli, il loro multifase è logorante e può essere contrastato solo con altrettanta fisicità. La percentuale di placcaggi riusciti del Benetton è del 90% (contro l’86 dei Bulls, peraltro, che qualcosa dietro la sbagliano), si tratta di un’ottima base di partenza, ma quel 10% dovrà essere ulteriormente ridotto per potersi giocare la finale fino in fondo.

Come detto, difensivamente i Bulls qualche pecca ce l’hanno. Le loro mete subite nascono principalmente o da lunghe azioni multifase con gli avanti, oppure con iniziative da lontano di giocatori tecnici e veloci. Per questa seconda ipotesi il Benetton può avere delle carte da giocarsi: spesso Crowley usa la seconda linea d’attacco per allargare le maglie avversarie e trovare il varco in velocità. Come si nota nel video, i Bulls soffrono questo tipo di azioni, soprattutto se portate a ritmo alto: qualche “fiammata” dei Leoni, tipo quella che ha permesso a Nacho Brex di segnare contro Connacht, potrebbe rivelarsi la kriptonite dei sudafricani.

Infine, attenzione alle fasi statiche e soprattutto alla mischia ordinata: ci sarà tanta responsabilità nelle mani (e nel fisico) di Marco Riccioni e Thomas Gallo, che dovranno tenere duro contro un pacchetto capace di mettere in difficoltà chiunque.

Sicuramente le assenze del pilone Trevor Nyakane e delle terze linee Marco van Staden, Arno Botha, Elrigh Louw e Duane Vermeulen (i primi due convocati dal Sudafrica insieme all’apertura Morné Steyn, gli altri infortunati) renderanno leggermente più contrastabile la mischia sudafricana, ma resterà comunque un impegno di elevata difficoltà. In sintesi: il Benetton è chiamato ad una prova di maturità forse senza precedenti.

Francesco Palma 

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