Il CEO di URC sottolinea la necessità di un sistema di gestione economica che leghi costi e ricavi prevedendo anche un salary cap
A pochi giorni dall’ufficializzazione della partenza dello United Rugby Championship dalla prossima stagione sportiva, il CEO Martin Anayi ha rilasciato un’interessante intervista alla BBC parlando di come si immagina il futuro del torneo a livello finanziario.
Secondo il massimo dirigente infatti servirà regolamentare la gestione economica delle squadre per poter competere con le leghe più importanti dell’emisfero nord, che ovviamente rispondono al nome di Premiership e Top14. “Se si guarda a tante leghe professionistiche nel mondo – dice Anayi – presentano un salary cap e una base di costi, mentre noi ancora non li abbiamo. Posso però immaginare che accadrà in futuro, perché bisogna avviare un sistema che leghi i costi ai ricavi”. Il CEO del Pro14 sottolinea chiaramente come sia un problema il fatto che attualmente la base di costo aumenti, ma non lo faccia in relazione al modo in cui aumentano o decrescono i ricavi commerciali.
Leggi anche: La nascita ufficiale dello United Rugby Championship
Secondo Anayi però sarebbe difficile implementare semplicemente un salary cap, come accade in Inghilterra o Francia, anche a causa della natura dello United Rugby Championship che è composto da squadre di nazioni diverse con valute e sistemi finanziari diversi. Il dirigente spiega allora quale potrebbe essere la strada da seguire: “Quella delle sport professionistico americano (basket e football, ndr). Loro possono spendere in stipendi dei giocatori e allenatori solo una parte di quello che incassano. La restante viene reinvestita nel resto del business ed è per questo che riescono a offrire ai tifosi delle esperienze fantastiche giocando in impianti sempre estremamente moderni. Questo è un sistema al quale potremo guardare nel futuro”.
Leggi anche: Dalla Celtic League allo URC, 20 anni di storia celtica
Per lui infatti non ha senso che i ricavi, aumentati lavorando durante nell’ultima decade, possano finire senza controllo negli stipendi di giocatori, coaching staff e agenti. “Il rugby professionistico deve investire meglio nelle strutture, nel coinvolgimento dei fans e in tanti settori extra-campo per crescere davvero” dice Anayi, che aggiunge come la nuova lega sta lavorando a braccetto con l’EPCR e World Rugby (che stanni affrontando gli stessi problemi) per elaborare una strategia finanziaria che possa essere applicata alle nazioni e ai territori che lo compongono. “Ci vorrà del tempo per costruire questa soluzione, ma credo che sia fondamentale arrivare ad operare con la stessa base di costi per rendere davvero competitivo lo United Rugby Championship”.
Cari Lettori,
OnRugby, da oltre 10 anni, Vi offre gratuitamente un’informazione puntuale e quotidiana sul mondo della palla ovale. Il nostro lavoro ha un costo che viene ripagato dalla pubblicità, in particolare quella personalizzata.
Quando Vi viene proposta l’informativa sul rilascio di cookie o tecnologie simili, Vi chiediamo di sostenerci dando il Vostro consenso.