Top10: come funziona con gli stranieri il prossimo anno?

Le novità dalla circolare informativa di ieri

Le novità sull'eleggibilità degli stranieri in Top10

Le novità sull’eleggibilità degli stranieri in Top10 ph. Massimiliano Carnabuci

Chiusasi la stagione agonistica domestica lo scorso 2 giugno, con la finale Scudetto al Plebiscito di Padova vinta 23-20 dal Rovigo sul Petrarca, l’attenzione dei club – già operativi sul mercato per allestire una rosa competitiva – si è ovviamente spostata sulla prossima annata ovale.

Nelle ultime settimane c’era grande attesa per capire quale sarebbe stato il numero di giocatori stranieri potenzialmente iscrivibili in distinta gara, nonché l’eventuale nuova definizione di giocatore “straniero”, nel primo campionato con il nuovo presidente federale Marzio Innocenti.

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Da 3 a 4 stranieri in lista gara (ma sempre con un minimo di 18 italiani su 22 o meno, di 19 su 23)

La circolare informativa pubblicata dalla FIR nella giornata di ieri ha chiarito diversi aspetti, a partire proprio da quest’ultimo tema del numero di stranieri iscrivibili in distinta gara in Top10, che torneranno ad essere 4, rispetto ai soli 3 dello scorso anno (anche se resta anche il vincolo la presenza di almeno 18 italiani in una lista con 22 o meno atleti, e almeno 19 italiani con una lista da 23). 4 come i visti per tesserare giocatori extracomunitari a disposizione di ogni squadra.

Status di italiano: cittadinanza italiana davanti alla formazione italiana

Grossi cambiamenti anche per quanto concerne lo status di giocatore italiano (ed equiparato italiano). Si parte, in tal senso, da un principio diverso rispetto al recente passato, quando si dava rilievo primario alla formazione italiana del giocatore.

Il principio portato avanti dal nuovo consiglio invece mette al primo posto l’appartenenza alla comunità italiana, per mezzo del possesso della cittadinanza, con l’obiettivo di ampliare il possibile parco giocatori da valutare in ottica selezione nazionale, ed in generale rimpinguare il parco giocatori complessivo.

Un giocatore che è cittadino italiano, così, a patto che sia eleggibile per la selezione nazionale – esistono tra gli altri anche casi (per certi versi paradossali) di ragazzi con doppio passaporto che hanno giocato per altre nazionali, e dunque non sono più eleggibili per gli Azzurri (Matteo Dell’Acqua del Valorugby, che ha giocato con il Brasile) – non avrà limitazioni di alcun tipo per essere inserito in distinta gara nei campionati italiani seniores.

Equiparati agli italiani

Innanzitutto, è necessario sottolineare che tutti coloro i quali che avevano raggiunto lo status di “equiparati ad italiani” – per quanto concerne la presenza in lista gara nei tornei ovali -, con le precedenti disposizione che vedevano primario il percorso di formazione, rimarranno tali.

Risulteranno, poi, equiparati ai giocatori italiani a tutti gli effetti anche tutti gli atleti di nazionalità estera, il cui nonno/nonna (padre/madre) sia nato/a in Italia e non abbia rinunciato alla cittadinanza italiana e che sia il suddetto atleta sia eleggibile per la squadra nazionale maggiore, così come tutti quei giocatori sempre di nazionalità estera che hanno partecipato, per almeno tre anni, al percorso formativo FIR nei Centri di Formazione Permanente o nell’Accademia Nazionale federale, o che hanno giocato almeno una stagione di campionato Propaganda/Juniores in Italia.

Saranno considerati equiparati agli italiani, infine, anche tutti i giocatori di nazionalità estera che, eleggibili per le squadre azzurre in base alla regola 8 di World Rugby, abbiano giocato almeno una partita in “una qualsiasi delle selezioni nazionali maschili“.

Stranieri

Tutti gli altri giocatori di nazionalità estera, invece, saranno considerati stranieri, e al pari degli italiani non eleggibili andranno a comporre il monte “non italiani o equiparabili” dei giocatori della squadra di appartenenza in lista gara, fino a un massimo, come detto, di 4.

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