L’addio del 21enne lascia il Benetton senza un’apertura di alto livello e costringerà Albornoz e Caputo a crescere molto in fretta
Dopo la notizie del suo arrivo in Francia, una delle domande più gettonate è stata «Cosa otterrà Paolo Garbisi a Montpellier?». Questo lo scopriremo, ma le prospettive sono ottime. C’è una domanda che invece appare molto più preoccupante: «Cosa rimane a Treviso?».
Qui la situazione si fa molto più complicata, perché in questo momento il Benetton si ritrova senza nessuna garanzia in un ruolo chiave. Fino a qualche giorno fa, il piano della società Trevigiana nell’impiego delle aperture appariva abbastanza chiaro: Paolo Garbisi titolare, Tomas Albornoz back-up principale, Joey Caputo come prospetto da far crescere e in caso di emergenza sarebbe stato pronto anche Edoardo Padovani, che pur non ricoprendo più stabilmente il ruolo ha l’affidabilità necessaria per tappare la falla.
L’addio di Garbisi ha completamente cambiato le carte in tavola: il Benetton si ritrova con due aperture di ruolo tutte da scoprire a questo livello, e non è detto che riescano subito ad adattarsi a un torneo di qualità superiore a quelli che hanno disputato fino a questo momento. Fino a qualche giorno fa ad Albornoz e Caputo si chiedeva semplicemente di fare la loro parte quando richiesto, immaginando che soprattutto l’argentino avrebbe avuto un ruolo di rilievo nel subentrare dalla panchina o nel far rifiatare Garbisi. Caputo, invece, è stato addirittura messo sotto contratto come permit player, per cui di certo non si immaginava un impiego costante. Adesso, ai due numeri 10 sarà chiesto di crescere molto più in fretta di quanto ci si aspettasse.
Una delle alternative potrebbe essere, come detto, un impiego costante di Padovani all’apertura. Questo però significherebbe sacrificare un giocatore che ha sempre dato il meglio di se come estremo o ala, e che proprio col numero 14 è riuscito ad imporsi come titolare (e in panchina c’era Ratuva Tavuyara, non uno qualunque) figurando tra i protagonisti della Rainbow Cup vinta dal Benetton.
Volendo forzare la mano una soluzione potrebbe essere Rhyno Smith, che in teoria sarebbe un utility back, nella pratica però ad alti livelli ha quasi sempre giocato estremo o al massimo ala. Certamente si tratta di un giocatore di grandissima qualità, ma anche in questo caso spostarlo all’apertura significherebbe rinunciare al suo apporto in ruoli a lui ben più congeniali. Del resto, il sudafricano era stato preso appositamente per colmare il vuoto lasciato dall’addio di Hayward, non certo per giocare 10. Inoltre, né lui, né Padovani, potrebbero garantire a lungo termine l’apporto che invece potrebbe dare un’apertura “pura”: sono ottime soluzioni di emergenza, ma appare difficile pensare di poterci costruire un’intera stagione.
Difficile che il Benetton si ributti sul mercato, anche perché siamo a metà luglio e a questo punto sarebbe un problema trovare un 10 che possa garantire la stessa affidabilità di Garbisi, o anche di un Tommaso Allan. Del resto, lo stesso Amerino Zatta ha dichiarato di non avere intenzione di ritornare sul mercato. Bisognerà quindi cercare una soluzione “in casa”: l’importante sarà fare la scelta giusta e non farsi trovare impreparati nel caso qualcosa non dovesse funzionare.
Francesco Palma
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