Dopo il clamoroso video di Rassie Erasmus, dal ritiro sudafricano si alzano ancora i toni sulla direzione arbitrale del primo test
Mancano poco più di 24 ore al calcio d’inizio del secondo test della serie fra Sudafrica e British & Irish Lions eppure non si accenna a tornare a parlare di rugby giocato.
Nella conferenza stampa della vigilia il capitano degli Springboks Siya Kolisi e l’allenatore dell’attacco Mzwandile Stick sono tornati sugli argomenti caldi della settimana, gli stessi messi al centro dal controverso video di Rassie Erasmus pubblicato giovedì.
Uno dei momenti salienti del lungo monologo di Erasmus poneva l’attenzione sul diverso trattamento riservato dalla terna arbitrale guidata dall’australiano Berry alle istanze portate in analisi da Alun Wyn Jones e da Kolisi.
Il capitano conferma: “Sabato scorso non mi sono sentito rispetto da Nic Berry, penso che non mi sia stata data un’equa possibilità di intervenire, lo stesso accesso all’arbitro.”
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“Non vedo l’ora di giocare la prossima partita con un nuovo arbitro. Penso che Ben [O’Keeffe, l’arbitro del secondo test] darà pari opportunità ad entrambi i capitani. È tutto quello che chiediamo.”
Gli ha fatto eco Stick, al suo fianco, accusando i Lions di aver distrutto l’integrità e l’onestà della serie dopo le polemiche alla vigilia della partita per la designazione di un TMO sudafricano.
Se il primo test era stato anticipato dalle normali schermaglie alle quali siamo soliti assistere prima di partite importanti, le azioni da parte della squadra sudafricana, capeggiate dal director of rugby Erasmus, hanno portato il tutto ad un differente livello di tossicità.
Nella notte italiana, intanto, la federazione australiana, alla quale appartiene l’arbitro del primo test Nic Berry, ha emesso un comunicato per condannare il video di Erasmus.
“Nic è un arbitro molto rispettato e gode di grande considerazione, l’attacco nei confronti della sua onestà, della sua persona e della sua reputazione è inaccettabile – ha detto il CEO di Rugby Australia Andy Marinos – Abbiamo contattato World Rugby perché la situazione venga affrontata.”
La federazione internazionale ha fatto sapere di star attualmente esaminando i fatti, e che interverrà attraverso i consueti canali ufficiali, mentre non verranno fatti commenti pubblici in proposito.
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